La vittima di Genovese a Non è l’arena: “Sono stata ammanettata, ricordo il sangue”

By Redazione

Nel corso dell’ultima puntata di Non è l’Arena, la vittima di Alberto Genovese, l’ex imprenditore condannato a 8 anni e quattro mesi per violenza sessuale, ha fatto un racconto choc, riguardo alla atroce violenza subite: resta incosciente con un mix di ketamina e cocaina.

“Ero allucinata e alterata, ricordo di aver visto del sangue sulle lenzuola”

Aurelia ha ripercorso gli attimi di quella notte terribile a Terrazza Sentimento, ricordi poco limpidi a causa dello stato in cui era stata ridotta con un cocktail di droghe.

“Ero completamente alterata e allucinata“. “Sicuramente ho qualche ricordo del dolore che provavo. Mi ricordavo di essere stata ammanettata. Anche il dolore delle manette perché erano legate molto strette. E poi ho questo flashback molto forte di aver visto del sangue sulle lenzuola”.

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La giovane, solo a distanza di due anni è riuscita a raccogliere il coraggio di raccontare quanto accadutole e di mostrarsi in televisione.

Una decisione maturata solo dopo aver riflettuto a lungo: “Ci ho riflettuto molto sull’espormi e alla fine io non ho veramente niente di cui vergognarmi, non ho niente da nascondere. Non devo aver paura di parlare di questa cosa e di raccontare la verità”.

Aurelia ha raccontato di essere arrivata alla festa quella sera e di non conoscere nessuno. Di come è finita in quella stanza dove è iniziato l’orrore, non ha nessun ricordo: “Non mi ricordo di essere entrata in quella stanza”.

Genovese condannato

Aurelia ha anche osservato di non saper dire se la condanna sia stata giusta o meno, ma per lei: “Già il fatto che sia stato condannato per me è una grandissima vittoria, perché non è una cosa così scontata. Ho avuto la fortuna di vederlo arrestato anche solo dopo un mese dalla mia denuncia. Mi sento molto fortunata per questa cosa”.

Un grande risultato, dice la ragazza, l’aver messo fine a un circolo vizioso innescato da quell’uomo che sicuramente sarebbe andato avanti, mietendo altre vittime.

“E’ sicuramente la cosa più bella” l’averlo portato in carcere.

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