La lettera di Marco Bianchi alla mamma di Willy: “Lei mi odia come io odio il vero assassino”

By Redazione

Marco Bianchi, uno dei fratelli che si trovano in carcere per l’omicidio di Willy Monteiro, scrive all’Adnkronos una lunga lettera, indirizzata alla mamma di Willy Monteiro, brutalmente ucciso in un pestaggio quasi 2 anni fa.

Bianchi, nel lunghissimo scritto, grida la sua innocenza: “Ho toccato il fondo. Ecco la vostra soddisfazione. E’ una cosa che non auguro a nessuno, la sensazione di essere da soli, al buio. Sono andato giรน, ma oggi ho deciso di rialzarmi e combattere per la veritร  e per la vita”.

Cosรฌ inizia la lettera con la quale accusa i giornalisti rivolgendosi alla mamma del giovane massacrato la notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 a Colleferro.

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“Tutto quello che รจ stato detto contro di noi non รจ vero”

“Io e Gabriele siamo ragazzi di cuore, sinceri. Tutte quelle cattiverie che hanno detto contro di noi non sono vere, sono state solo bugie su bugie per farci toccare il fondo. Siamo stati descritti sin dall’inizio, senza conoscere gli atti del processo, come mostri e assassini. Dai giornali e dai social รจ stata usata una nostra foto per dimostrare che eravamo due ragazzi che pensavano solo a fare la bella vita. Ho avuto la forza di guardarmi allo specchio, di essere fiero di quello che sono e di combattere per la mia innocenza. Io e mio fratello non ci siamo mai nascosti su nulla, non abbiamo mai chiesto aiuto, non siamo mai stati protetti, sempre soli e divisi. Abbiamo sempre affrontato tutti i problemi per far capire la realtร  delle cose, perchรฉ noi siamo cosรฌ: disponibili, educati e rispettosi, sempre pronti ad aiutare i piรน deboli”.

Poi passa ad accusare i media e la tv, lamentando di avere subรฌto un massacro mediatico immeritato: “I problemi li abbiamo avuti a causa dei giornalisti che hanno perso il controllo, raccontando falsitร  su falsitร . Come quella bellissima donna di Barbara D’Urso, che รจ madre di un figlio e non si rende conto prima di fare le puntate su di noi. Dentro sa benissimo il danno che puรฒ creare dicendo bugie sul nostro nome. Lei dormiva serena, io no, sapendo la guerra che avrei affrontato l’indomani in carcere per le bugie raccontate. Posso capire che รจ il vostro lavoro, ma almeno siate umani e umili nel dire la veritร , perchรฉ tutti siamo figli, tutti siamo genitori e disgrazie come questa possono accadere a chiunque”.

Elancia una gravissima accusa, contro quello che sarebbe il vero assassino di Willy e che si trova fuori: “Solo che qui, oltre alla disgrazia, c’รฉ anche la beffa che il colpevole non si รจ preso le proprie responsabilitร . Ancora con il sangue sulle scarpe, se ne sta tranquillo in casa sua”.

Si riferisce a Belleggia, che รจ il solo imputato ai domiciliari.

“Non siamo degli psicopatici, prima o poi la veritร  verrร  fuori”

“Sia io che Gabriele continueremo sempre, da uomini veri, a dire che non c’entriamo nulla con questo crimine – ribadisce – Non siamo degli psicopatici che negano davanti all’evidenza e prima o poi la veritร  uscirร  fuori. C’รจ una grande differenza tra farsi la galera da colpevoli e farsela da innocenti. E quando tutto questo finirร , se ci sarร  la possibilitร  di incontrarmi un giorno, rimarrete a bocca aperta, stupiti, capendo che non siamo le brutte persone descritte dai media: quel ragazzo non รจ morto per mano nostra”

Poi, rivolgendosi direttamente alla mamma di Willy, dice: “Signora mia ogni volta che ho la possibilitร  di guardarla, vedo il dolore e l’odio che puรฒ provare per chi le ha portato via suo figlio. E’ lo stesso sentimento che leggo negli occhi di mia madre, che รจ morta dentro e prova rancore per il vero colpevole, il bugiardo che ha rinchiuso i suoi figli in carcere al suo posto, per un crimine che non hanno commesso. Signora, io la guarderei come guardo mia madre. Se io e mio fratello fossimo gli artefici della morte di suo figlio, mai ci saremmo permessi di sostenere il suo sguardo come abbiamo fatto durante il processo, di guardarla come se guardassimo nostra madre. Non ci saremo mai permessi di negare le nostre responsabilitร  per tornare liberi: io, personalmente, mi sarei sentito sporco e infame”.

“Lo sport non ci ha insegnato a essere assassini”

Poi ancora: “Mio fratello รจ in carcere senza aver toccato Willy con un dito. Io la veritร  l’ho detta subito, a suo figlio ha dato una spinta e un calcio per allontanarlo dal mio amico Omar ma l’ho colpito al fianco, vero รจ che non ha nemmeno fatto in tempo a cadere che si รจ subito rialzato. Non mi sarei mai permesso di infierire con le responsabilitร  che derivano dallo sport che sia io che mio fratello praticavamo. A noi la Mma ha insegnato ad essere uomini, ad avere il controllo di noi stessi e ad essere sempre lucidi nelle azioni che commettiamo. Lo sport non ci ha insegnato certo ad essere assassini, al contrario ad essere responsabili, ad avere il pieno controllo della nostra forza”

“Ecco ciรฒ che siamo, signora mia, in 25 anni di vita abbiamo sempre avuto le idee chiare. Non ci siamo mai drogati, siamo stati sempre lucidi per non commettere sciocchezze, per non rovinarci la vita. Spero al piรน presto che scoprirร  la veritร  . Prima o poi la veritร  uscirร  fuori e spero sia dimostrata l’innocenza mia e di mio fratello, perchรฉ possa ritornare lui dalla sua famiglia e io crearmene una”.

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