I figli di WhatsApp scrivono male
Non vi domandate chi sono i figli di whatsApp vero? Non fatelo! Perchรฉ sono la generazione Z; cioรจ, quella che va tra i medio-tardi anni novanta del XX secolo e i primi anni duemiladieci. E, come abbiamo accennato nel nostro titolo, fanno tanti errori quando scrivono. Perchรฉ? E’ vietato scrivere con emoticon, parole mezzo tagliate, espressioni in inglese contorniate da tanti “bro” e “fra”? No, niente di tale! Si puรฒ fare e si fa. Il problema รจ che quando questi ragazzi devono redigere un testo semplice in italiano commettono tantissimi errori, soprattutto di punteggiatura. Sรฌ, perchรฉ le emoticon e i gif non hanno regole, ma l’italiano sรฌ.
Vediamo cosa succede esattamente e quali sono le difficoltร dei nostri giovani con la loro lingua madre: se qualcuno pensa sia l’elettronica, si sbaglia!
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Non dobbiamo mai scrivere nel curriculum che impariamo velocemente: ecco perchรฉ
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Scrivere a fiume, ma di parole?
I ragazzi nati negli ultimi 12 – 25 anni scrivono, sรฌ, indubbiamente. In continuazione. Vi capita di vedere i ragazzi senza un cellulare in mano chiacchierando con interesse con un proprio coetaneo? Se sรฌ, siete fortunati. A me non capita mai! I ragazzi che incrocio per strada scrivono sempre, messaggi brevi, curiosi, spesso spiritosi, arricchiti di emoticon. Il testo รจ davvero ispirato sul contenuto che invia l’interlocutore, che puรฒ essere anche un social network, come ad esempio l’esigenza di fare un BeReal. Risultano? Scrivono questi ragazzi, sรฌ, vero?
E, invece ora passiamo alla parte dolente del post, perchรฉ in questo post non lodiamo la capacitร dei giovani di scrivere, ma l’incapacitร di scrivere bene. Ma come? Sรฌ, certo. Di scrivere bene in italiano, la loro lingua. Vediamo perchรฉ.
Il progetto Univers-Ita parla da solo
Vi parliamo di uno studio guidato da Nicola Grandi, ordinario di glottologia e linguistica a Bologna, che, insieme ai colleghi dell’Universitร di Pisa, Macerata e Perugia, ha coinvolto 2.137 studenti di 45 atenei italiani per valutare le loro competenze linguistiche. Lo studio ha le sue radici nel 2017, quando, racconta Grandi “una lettera inviata da seicento professori al presidente del consiglio, al ministro dellโistruzione e al parlamento denunciava le carenze linguistiche degli studenti, messi sotto accusa per lโitaliano scritto con errori โappena tollerabili in terza elementareโ. Il documento mi colpรฌ, anche perchรฉ non si basava su alcun dato scientifico“
E fu cosรฌ che al Prof Grandi venne l’idea di creare questo progetto che soprannominรฒ Univers – Ita, e diede sostanza alla prima ricerca italiana sulle capacitร di scrittura degli studenti universitari. A ogni partecipante รจ stato chiesto di redigere un testo formale tra le 250 e le 500 parole, un elaborato in cui si doveva mettere nero su bianco la propria esperienza durante il lockdown, dato che era la primavera dell’anno 2021.
I risultati dell’esperimento: una media di 20 errori in ogni elaborato
Per correggere gli elaborati, il team si รจ basato su diversi parametri, quali la ricchezza del lessico, la punteggiatura e gli errori grammaticali. Il risultato finale? In media, su ogni testo ci sono 20 errori, di cui la metร di punteggiatura. Secondo quello che racconta Grandi a Repubblica, “lโabitudine alla scrittura in ambito informale sembra aver pervaso lโambito formale. Una sorta di parlato digitato, con una assai limitata articolazione sintattica e una struttura dellโargomentazione abbastanza โspezzettataโ. Cioรจ, quello che fa chi รจ abituato a usare il linguaggio social (il piรน usato, whatsApp).
Un capitolo da dimenticare nel test: la punteggiatura
Secondo quanto raccontano i linguisti, la punteggiatura era usata proprio “a caso”, come si potrebbe scegliere un brand di banane al supermercato. Perchรฉ non un punto e virgola anzichรฉ una virgola? Vero รจ che, come dichiara il professore: “la punteggiatura non รจ, come spesso si insegna, solo un fatto grafico, ha un forte valore testuale, cioรจ scandisce lโorganizzazione del testo“. E, allora, perchรฉ รจ risultata cosรฌ poco precisa? Sarร “colpa del Covid”, come tante altre giustificazioni?
Grandi non crede che la pandemia possa giustificare questa carenza di precisione. Anzi; i risultati parlano chiaramente: solo il 17,5% del campione legge piรน di dieci libri in un anno, mentre il 52% scorre velocemente cinque volumi in 12 mesi. Lascia senz’altro perplessi il fatto che gli studenti di area scientifica siano piรน bravi nella redazione di un testo rispetto agli umanisti. Inoltre, chi frequenta un ateneo del nord ha un lessico piรน variegato rispetto a chi รจ iscritto in unโuniversitร del centro Italia.
La scrittura informale dei social e l’esigenza di insegnare a scrivere a scuola
Su 62 corsi di laurea sono emersi appena 14 insegnamenti finalizzati a rafforzare le abilitร di scrittura. Veramente poco, a parere dei linguisti. Di fatto, fino a pochi anni fa, i testi in genere si scrivevano in ambiente scolastico. Tutti gli studenti sapevano che i loro elaborati sarebbero stati sottoposti a correzioni. Tuttavia, la diffusione della tecnologia ha cambiato i parametri e ora รจ proprio necessario che la scuola trovi il punto di incontro, perchรฉ non basta sequestrare gli apparecchi ai giovani per qualche ora: non appena si troveranno da soli, imperverseranno ancora nei loro testi le emoticon, “bro”, “fra”, “top” ecc al posto di rime e coniugazioni.
Speriamo che i prossimi concorsi per insegnanti presentino proposte che prevedano, assieme alle capacitร tecniche di interazione su diverse piattaforme, la capacitร di conquistare e convincere con la parola. Senza l’emoticon!