Forti scosse di terremoto a Reggio Calabria, epicentro a Samo. Scosse arrivate fino a Messina

By Iole Di Cristofalo

Terremoto a Reggio Calabria, Samo epicentro
Terremoto a Reggio Calabria, Samo epicentro (photo di pixabay)

Terremoto Reggio Calabria, scosse alle 7 del mattino

Mattinata di paura a Reggio Calabria, alle 7,49 e a circa 3 chilometri dal paese di Samo, è stata registrata una scossa di terremoto di magnitudo 3.6, profondità sismica di 13,9 chilometri. Il Sindaco di Samo è intervenuto spiegando che la scossa abbastanza forte ha portato per persone ad uscire fuori le case e rimanere in strada. Ancora si ha paura di entrare ma il primo cittadino rassicura. “La situazione ora è tranquilla e per il momento non sono arrivate segnalazioni di danni”. Per precauzione le scuole saranno chiuse, i tecnici effettueranno dei controlli sul territorio.

Alcuni dati dell’Istituto geofisico e di vulcanologia

L’Ingv ha registrato il sisma di magnitudo 3,6. Da Samo le scosse si sono propagate in altre aree, fino a 92 chilometri dall’epicentro, colpendo così anche Messina e Acireale, non ci sono stati danni. Sui social network si trovano alcune testimonianze del sisma appena avvenuto. C’è chi ha sentito il letto o la sedia tremare, c’è chi si è accorto del terremoto dal lampadario e chi dall’improvviso scuotersi di mura domestiche o tavoli e arredi.

Gli altri terremoti di questi giorni

Terremoto calabria

Il rischio sismico permanente in Italia si percepisce leggendo il bollettino INGV giornaliero. Questa mattina, si sono registrate scosse non gravi ma importanti nelle Marche, a Macerata (Acquacanina), profondità 11 chilometri, magnitudo 2.0. Ieri sera, scosse a Sora, nel frusinate, 2.1 di magniturdo e anche sulla costa siracusana, qui magnitudo 2.6 e profondità di 31 chilometri. Fra i terremoti descritti, quello di Samo è stato quello più sentito. A Reggio Calabria si è registrata una breve scossa anche ieri, sulla costa sud orientale.

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Un tuffo nel passato: 1908 terremoto di Sicilia, il primo a diventare un caso internazionale

Terremoto di Messina: absidi del Duomo distrutto. Credit photo: Wikipedia, Willheim Von Gloeden
Terremoto di Messina: absidi del Duomo distrutto. Credit photo: Wikipedia, Willheim Von Gloeden

Di terremoti importanti ce ne sono stati molti in Italia, in questo paragrafo proviamo a raccontare quelli che hanno portato a costruire le prime case antisismiche e poi a costruire la prima serie di leggi e decreti per regolare gli interventi di soccorso, di aiuti economici, di assistenza sanitaria, non lasciarli al caso come avvenne in Sicilia nel 1908.

Partiamo dalle case antisismiche, Reggio Calabria nella prima metà del Novecento aveva le prime costruzioni moderne e anche un quartiere nato dagli sfollamenti creati dal sisma siciliano e della costa calabrese. Il terremoto di Messina spaventò popolazione e amministratori, perché si scoprì la potenza e le conseguenze degli tsunami creati da forti scosse telluriche. Onde potenti riuscirono a far crollare le case, il re intervenne subito con nuovi decreti regi dedicati agli interventi di urgenza durante i terremoti. Ma non fu il terremoto del 1908 a far costruire le case antisismiche, a Salerno e Benevento già c’erano dal 1600 e anche nell’area calabrese si progettarono le prime costruzioni resistenti ai terremoti durante il Settecento.

Il terremoto di Messina del 1908 va ricordato per l’arrivo di navi da guerra straniere trasformate in flotte per trasportare feriti e sfollati

Terremoto Sicilia 1908, navi soccorsi
Terremoto Sicilia 1908, navi soccorsi

Messina agli inizi del Novecento era sede della prima squadriglia di torpediniere della Regia Marina, quindi navi importanti a livello bellico. L’equipaggio comprendeva ufficiali, sottoufficiali e marinai.

Il terremoto del 1908 sorprese tanto la popolazione che gli uomini presenti della regia marina, furono loro i primi a dover intervenire per aiutare la popolazione ma anche salvarsi, scosse e tsunami colpirono anche loro. Qualsiasi imbarcazione funzionante, militare e non militare, doveva servire da trasporto per gli sfollati e i feriti. Intanto, partivano i primi telegrammi, furono il comando di stato maggiore dell’esercito e poi il ministero della marina ad ordinare alle navi in navigazione nelle acque della Sardegna e attorno a Napoli di dirottare le rotte verso la Sicilia per trasportare i feriti.

In quel momento, anche le navi russe e britanniche navigavano le acque intorno all’Italia. La prima squadra navale ad intervenire fu quella russa, era composta da sette navi, l’ammiraglio Livintnov su richiesta del sindaco, diede aiuti senza aspettare l’ordine di da Pietroburgo. Si aggiunse poi la flotta britannica composta da altre navi. Per i sindaci questi due aiuti furono utili ma crearono anche dei problemi a causa delle difficoltà linguistiche. Ci furono processi sommari e fucilazioni contro gli sciacalli ma spesso finivano in mezzo anche persone innocenti.

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