Fallimento della Signature Bank dopo il crack della Silicon Valley

By Ana Maria Perez

Il crack della Signature bank, un lunedì nero per le Borse europee

Venerdì vi abbiamo annunciato il fallimento della Silicon Valley Bank. Ora impariamo con sgomento che è fallita un’altra Banca americana, la Signature Bank, con sede a New York. Il venerdì, in seguito alla notizia del fallimento della banca californiana, la Signature aveva perso un quarto del suo valore ed è stata chiusa. Anche se si tratta di una piccola entità con 2.200 addetti, la notizia è rimbalzata in maniera negativa sui mercati finanziari di tutto il mondo.  Il risultato è un lunedì nero per le Borse. A Milano il Ftse Mib crolla del 3,2%, affossata dalle banche: Bper -7,2%, Banco Bpm -6,3%, Intesa Sanpaolo -5,4%. Francoforte perde il 2,9%, Parigi il 2%, Londra l’1,7%.

Il supporto delle principali Istituzioni USA

Per tranquillizzare investitori e mercati, il Tesoro USA, Fdic e Fed sono intervenuti con una nota congiunta nel tentativo di garantire il loro sostegno. Oltre a promettere finanziamenti agli istituti di credito, hanno tentato di risollevare gli animi dei contribuenti interessati dai crack. Secondo le principali Autorità finanziarie USA, i clienti delle due banche fallite potranno riavere il denaro dei loro depositi bancari senza alcuna perdita. I titolari potranno chiedere all’Autorità federale di garanzia l’accesso ai loro fondi già a partire dal 13 marzo. Tuttavia, il tentativo di rassicurazione del Tesoro non ha provocato l’effetto atteso. Se continua la sfiducia, potrebbero esserci conseguenze disastrose per l’economia USA, e non solo.

La sede di Londra della Silicon Valley venduta a Hsbc per 1 sterlina

Nel frattempo, la sede di Londra della Silicon Valley Bank è stata svenduta alla Hsbc per una sterlina simbolica. La Hsbc Holdings è uno dei gruppi bancari più grandi del mondo. La Bank of England aveva chiesto lo stato d’insolvenza per la filiale inglese della SVB dopo l’annuncio del crack americano. Il Gruppo della Hsbc Tower ubicata nei Docklands di Londra non ha esitato a fare la sua offerta. Che è stata accettata. Ora dovrà partire il processo di capitalizzazione. L’importante è non perdere investitori.

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