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Corridoio umanitario di aiuti per Gaza: ecco come funzionerà secondo Commissione Europea e Casa Bianca

Corridoio umanitario Gaza

Corridoio umanitario per Gaza: prime informazioni

Tra ieri e oggi è stato annunciato dall’Unione Europea, dalla Casa Bianca e altri paesi un corridoio umanitario per fornire aiuti a Gaza. I tentativi di chiedere una tregua ma anche di stringere degli accordi per uno stop alle armi momentaneo e di liberazione ostaggi non sono andati bene. Dall’Unione Europea e dalla Casa Bianca conosciamo i dettagli dell’arrivo di aiuti umanitari nei territori più colpiti dalla guerra.

Corridoio umanitario Gaza

Casa Bianca: i paesi coinvolti nel corridoio umanitario

Negli Usa, l’annuncio del corridoio umanitario arriva direttamente dalla Casa Bianca, unito a Commissione Europea, Repubblica di Cipro, Emirati Arabi e Regno Unito. Non ponte aereo, Biden ha chiesto di costruire un porto temporale a Gaza, il corridoio umanitario sarà marittimo, così si fornirà assistenza, cibo e medicine.

Nell’elenco di paesi che aiuteranno c’è anche l’Italia elencata insieme a Germania e Paesi Bassi. La leadership di Cirpo chiama il corridoio di aiuti via mare Iniziativa Amalthea. Sigrid Kaag, coordinatore senior per gli aiuti umanitari e la ricostruzione delle Nazioni Unite, avrà diversi compiti importanti nel verificare il flusso di aiuti verso Gaza, decisi con la risoluzione 2720 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La prima spedizione sarà di cibo.

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E mentre arriva la condanna dell’Onu per le carceri in Cisgiordania e anche le denunce sulle violenze sessuali di Hamas dal 7 di ottobre, Cipro vuole convocare gli alti funzionari per integrare anche rotte terrestri e aeree da far partire dall’Egitto e dalla Giordania.

I numeri dell’Unione Europea negli aiuti da inviare con il corridoio umanitario

La dotazione complessiva di aiuti da inviare con il corridoio umanitario stabilito con i partner è di 125 milioni di euro, la Commissione copre 81 milioni sul totale. Ha organizzato 41 voli tramite ponte aereo per consegnare oltre 1800 tonnellati di aiuti ai palestinesi attraverso l’Egitto.

Non solo cibo, arriveranno anche forniture salvavita con il corridoio umanitario. Il commissario per la gestione delle crisi Janez Lenarčič si trova oggi in Israele per concludere la sua visita in Medio Oriente, dopo aver visitato ieri la Cisgiordania e la Giordania. L’obiettivo della visita è ribadire l’impegno dell’UE a mobilitare tutti i mezzi possibili per fornire aiuti umanitari ai palestinesi bisognosi. Il valico di frontiera israeliano con la Striscia di Gaza è stato visitato da Kerem Shalom per sottolineare l’importanza vitale di consentire un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli attraverso tutti i valichi, aprendone al contempo altri, anche a nord di Gaza.

Altri numeri e fatti della giornata sulla guerra a Gaza e Medio Oriente

Dopo la marcia da Gaza a Gerusalemme, ecco un’altra iniziativa da parte delle famiglie degli ostaggi di Hamas dal raid del 7 ottobre. Un forum di persone e famiglie ha scritto una lettera al Papa chiedendo di intervenire. Ad Israele viene richiesto di evitare violazioni di diritti umani, massacri e di evitare gli attacchi durante i momenti di preghiera.

Dall’altra, dal ministero degli Esteri Israeliano riporta che Consiglio di sicurezza Onu, in particolare Stati Uniti, Francia e Regno Unito hanno richiesto una sessione di emergenza sulla questione degli atti di violenza sessuali perpetrati da Hamas dal 7 ottobre. Informazioni che giungono poco prima di questo incidente: un aereo di aiuti con paracadute difettoso ha ucciso e ferito diverse persone nella zona ovest di Gaza. Soltanto oggi, sono stati condotti nove lanci di aiuti con la partecipazione di Egitto, Usa, Olanda e Belgio.

La Cisgiordania, sfogliando le notizie dei mesi e degli anni passati è sempre territorio di scambi e accordi sulla liberazione di ostaggi ma anche di arresto o uccisione di miliziani islamici. “L’esercito israeliano – si legge nelle ultime notizie – ha compiuto nuove operazioni anti-terrorismo in Cisgiordania nell’imminenza del mese del Ramadan.

Secondo la radio pubblica Kan in una di queste incursioni, avvenuta nel villaggio di Silat al-Hartya (Cisgiordania settentrionale) è rimasto ucciso un miliziano della Jihad islamica, Muhammad Shalabi. Fonti militari hanno affermato che era impegnato nella progettazione e nel finanziamento di attentati. Nella sua abitazione sono state trovate armi e somme di denaro. Altri nove ricercati sono stati arrestati. Dall’inizio della guerra a Gaza, ha aggiunto Kan, l’esercito ha arrestato in Cisgiordania 3500 persone sospettate di attività violente”.

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