Monte Everest, alpinismo storico e scioglimento neve per effetto dei cambiamenti climatici
Il Monte Everest, la vetta più alta della Terra, si trova nella catena montuosa dell’Himalaya, al confine tra Cina e Nepal. Scalare l’Everest è considerata una delle più grandi imprese dell’alpinismo, un’attività che ha portato a scoperte geografiche e scientifiche eccezionali, ma anche a molte morti dovute al freddo, a malori, a cadute accidentali e a smarrimenti. Nel linguaggio comune, “scalare l’Everest” è sinonimo di intraprendere un percorso difficile, fatto di tappe complesse.
Le prime spedizioni con strumenti e conoscenze moderne iniziarono nel 1921 e, da allora, si contano più di 500 decessi tra coloro che hanno tentato di raggiungere la vetta. I cambiamenti climatici stanno causando lo scioglimento della neve, Che cosa comporta questo? Ecco la risposta! Il Monte Everest sta vivendo una fase delicata: non si scala più solo per raggiungere la vetta, ma anche per ripulirla dai rifiuti e recuperare i corpi degli alpinisti deceduti.
A causa del mutamento di temperature e di una stagione secca in Himalaya, il ghiaccio e le rocce stanno restituendo molti corpi. Una spedizione guidata da Aditya Karki ha già recuperato cinque dei circa 300 corpi rimasti sull’Everest. La maggior parte dei corpi si trova nella “zona della morte”, oltre i 7500 metri, dove i bassi livelli di ossigeno rendono difficoltose le operazioni. Finora sono stati raccolti anche 11 tonnellate di rifiuti. Il fatto macabro riguarda il ritrovamento di corpi, rimasti bloccati nel ghiaccio per anni, che diventano simboli permanenti dell’ascesa
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Canale di Panama e siccità provocata anche dai cambiamenti climatici: un’emergenza che non è nuova e fa sempre riflettere, ecco il perché
Mentre i giornali si concentrano sul recupero dei corpi sull’Everest, altre parti del mondo soffrono le conseguenze dei cambiamenti climatici. Il Canale di Panama, vitale per la geopolitica dell’America Centrale e il commercio globale, è gravemente colpito dall’abbassamento dei livelli dell’acqua. Questo stretto artificiale, che collega l’Oceano Atlantico al Pacifico, vede ridursi la sua navigabilità, impedendo alle grandi e medie imbarcazioni di attraversarlo. Numerosi video online mostrano l’impossibilità di navigare o partire dai porti, evidenziando l’urgenza della situazione. Questo problema, legato all’emergenza siccità, non è nuovo ma è peggiorato negli ultimi anni.
A livello globale, i cambiamenti climatici stanno causando lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello del mare e il rischio di allagamento per molte località costiere. Le soluzioni proposte sono molte, ma la situazione è resa ancora più complessa dai conflitti geopolitici nel Mediterraneo e nell’area del Pacifico. La combinazione di questi fattori amplifica le difficoltà nell’affrontare l’emergenza climatica, rendendo urgente un’azione coordinata a livello internazionale.
Voragini improvvise, ecco che cosa è successo in un campo da calcio nell’Illinois
Ad Alton, Illinois, un’enorme voragine si è aperta al centro di un campo da calcio, catturata dalle telecamere di sicurezza e dai filmati di un drone. La dolina, larga 30,5 metri e profonda tra 9,1 e 15,2 metri, ha inghiottito sedili e un riflettore. Fortunatamente, il campo era vuoto al momento del crollo, evitando così feriti. La causa del crollo è attribuita a una miniera sotterranea gestita da New Frontier Materials, come confermato dalla società in una dichiarazione. L’area è stata messa in sicurezza e chiusa indefinitamente per permettere agli esperti di esaminare la miniera e effettuare riparazioni. Solo la settimana scorsa, il campo ospitava fino a 70 persone per il Marquette Explorers Soccer Camp.
Nel nostro sito, ci siamo trovati a parlare di voragini in Italia e la causa di questi improvvisi sprofondamenti vanno imputati all’erosione invisibile del sottosuolo, alle piogge copiose e prolungate che si infiltrano nelle micro fessure dell’asfalto, a numerosi altri fattori, come il passaggio continuo di automobili o di mezzi di grande cilindrata e peso.
Negli Stati Uniti, le voragini si chiamano sinkhole e vengono studiate da molto tempo perché possono provocare in terreni particolari dove si è costruito anche il crollo di edifici. E proprio negli Usa si analizzano i terreni di Florida, Texas e Alabama dove i danni stimati annuali si aggirano intorno ai trecento milioni di dollari. Solo un problema di cambiamenti climatici? Sì e no, c’entra anche la naturale erosione geologica.