Bolivia, colpo di stato: ecco chi sono i due militari responsabili e arrestati

By Iole Di Cristofalo

Questa mattina, tv accese in Bolivia sul colpo di stato militare sventato davanti al palazzo del governo. I militari volevano prendere il controllo del potere politico, nell’assalto sono state ferite dodici persone, alcune delle quali verrà sottoposto anche ad operzioni chirurgiche. Il colpo di stato è stato fermato e sono stati arrestati due responsabili. In primis, il general Juan José Zuniga, accusato di terrorismo, e poi l’ex comandante della Marina militare Juan Arnez Salvador.

Che cosa sappiamo di Josè Zuniga, principale organizzatore dell’assalto contro governo e presidente della Bolivia?

Bolivia, assalto nel palazzo del potere

Juan José Zúñiga Macías è un ufficiale militare boliviano che ha servito come comandante generale dell’esercito dal novembre 2022 fino al suo licenziamento e arresto di oggi. Zuniga Ha prestato servizio come colonnello del reggimento REIM-23 Max Toledo (2012-2013), periodo durante il quale è stato accusato di appropriazione indebita.

Nominato comandante generale nel 2022, Zúñiga ha minacciato di arrestare l’ex presidente Evo Morales se avesse tentato di ricandidarsi nel 2025, definendolo un traditore. Accusato di complottare contro Morales, è stato sollevato dall’incarico nel giugno 2024 e arrestato per il tentativo di colpo di stato, che ha visto ferite dodici persone e coinvolto anche l’ex comandante della Marina, Juan Arnez Salvador. (Fonte: Wikipedia)

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Le parole del ministro Carlo Eduardo Castillo

Il ministro boliviano, Carlo Eduardo del Castillo, poche ore dopo l’arresto del generale Zuniga ha così descritto il militare in una conferenza stampa. “Aveva come obiettivo quello di prendere le redini del Paese, far cadere il governo e instaurare un regime di fatto”. Il militare ha agito a bordo di un blindato che ha abbattuto la porta dell’edificio di governo, vicino a lui c’era Jiuan Arnez Salvador. Al momento dell’assalto, si legge nelle agenzie locali, il presidente boliviano, Luice Arce, era riunito con i ministri nella Casa Grande del Popolo, sede di lavoro dell’esecutivo. I due militari arrestati sono accusati anche di insurrezione armata e danni all’ordine pubblico.

I militari volevano creare un nuovo governo, ecco le loro dichiarazioni e la risposta

Bolivia, militari dalla piazza
Bolivia, militari dalla piazza

Dai media locali conosciamo anche le motivazioni del golp militare, il secondo contro il potere centrale di questi anni, considerando l’anno 2019 che costrinsero l’ex presidente Evo Morales alla fuga, è tuttora minacciato di non presentarsi alle prossime elezioni. Zuniga ha accusato le autorità di attacchi contro la democrazia, un assalto per formare un nuovo governo sotto lo slogan “basta con l’impoverimento della nostra patria, basta con l’umiliazione dell’esercito, siamo qui per far voce al malcontento”. La risposta ai militari attiva da Maria Nela Prada, ministra della presidenza. “Non permetteremo, né come governo, né come popolo boliviano, alcun colpo di Stato. In Bolivia proteggiamo la democrazia e tutti i boliviani”.

La risposta internazionale a quanto successo in Bolivia

A fare la differenza rispetto al passato le immagini immediate anche sui social del golpe in atto. Le tv locali erano già presenti, il colpo di stato sventato è avvenuto ieri pomeriggio verso le 16, questa mattina le dichiarazioni e le reazioni post violenza avvenuta che ha lasciato solo 12 feriti e nessun morto.

Le dichiarazioni internazionali sul tentato colpo di stato in Bolivia sono state numerose. Luis Almagro, segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), ha affermato che “nessuna forma di violazione dell’ordine costituzionale sarà tollerata”, esprimendo solidarietà al presidente Luis Arce. Xiomara Castro, presidente dell’Honduras e della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (Celac), ha invitato i Paesi membri a condannare il fascismo e a rispettare la costituzione boliviana.

Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha chiesto il rispetto della democrazia e dello stato di diritto. Gli Stati Uniti e la Farnesina italiana monitorano attentamente la situazione. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha espresso preoccupazione e ha chiesto di proteggere l’ordine costituzionale, esortando tutte le componenti della società boliviana a preservare un clima di pace.