Le aggressioni e gli episodi di violenza a scuola
Spesso trovate sulle nostre news episodi di violenza a scuola. Ma spesso gli episodi aggressivi sono considerati casi di bullismo. Ebbene, non sempre è così. Perché la scuola ha molte sfaccettarure. A volte sono gli alunni a non rispettare i professori, anche se in qualche caso isolato accade il contrario. Tuttavia, l’ambiente scolastico dovrebbe proteggere entrambi le parti con il supporto della famiglia. Pertanto, colpisce l’intero collettivo che a provocare le aggressioni all’interno degli spazi scolastici siano i genitori. Vediamo esattamente cosa è successo ultimamente.
Uno sfogo materno un pò troppo “acceso” sui social
Qualche giorno fa una donna di Palermo è finita su tutte le pagine di cronaca del web per avere pubblicato un video in cui dava sfogo alla propria rabbia per i troppi compiti assegnati al figlio di 8 anni. Anche noi ve ne abbiamo parlato nelle nostre pillole. I social si sono scatenati e la donna ha fatto anche il giro delle tivù. Barbara d’Urso, a Pomeriggio 5, è stata molto dura, perché la mamma aveva registrato il suo sfogo davanti al bambino. Non aveva usato mezzi termini per esprimersi. Se il post ha attirato più o meno follower non è dato a sapere. Quello che pensano gli utenti è che le parole della donna erano vere aggressioni verbali.
Le botte a scuola
Aggressione a Castellammare di Stabia
L’aggressione è avvenuta nella succursale del liceo artistico “Plinio Seniore” di Castellammare di Stabia, ubicata in via Virgilio. La presunta colpevole avrebbe aggreddito la professoressa d’inglese di sua figlia davanti agli altri studenti. Il movente? un voto troppo basso. Secondo le prime ricostruzioni, la madre della ragazzina, in prima superiore, si sarebbe presentata all’istituto durante l’orario scolastico, sarebbe salita al piano dove c’è la classe della figlia e avrebbe aggredito l’insegnante nel corridoio. La docente sarebbe stata colpita a braccio, spalla e testa. Un bidello sarebbe intervenuto per allontanare la donna.
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La professoressa coinvolta
La vittima è la professoressa Lucia Celotto che ha sporto poi denuncia alle forze dell’ordine. Secondo le ricostruzioni, il giorno prima dell’aggressione, la preside avrebbe convocato la professoressa per un chiarimento. Alcuni genitori si erano lamentati sul metodo di valutazione dei figli. La docente aveva risposto puntualmente alle contestazioni e l’indomani la donna aveva trattato l’argomento in aula.
Ancora un’aggressione a Cesena
Altre aggressioni sono capitate in una scuola di Cesena, dove il preside è stato colpito con un pugno dal parente di un’alunna. L’Istituto non aveva ricevuto la delega da parte dei genitori della ragazza; pertanto, il preside ha cercato di spiegare che le regole, in tale circostanza, imponevano al personale di non affidare la ragazzina a terzi. Il parente si è innervosito e ha sferrato al responsabile scolastico un pugno sull’orecchio. Il dirigente è finito in ospedale con una prognosi di 14 giorni.
Le reazioni
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito
Massima solidarietà alla professoressa da parte del ministro titolare del dicastero, Giuseppe Valditara . Il ministro ha anche deciso che un avvocato dello Stato potrà difendere le vittime di aggressioni nelle eventuali cause civili e penali per evitare che gli insegnanti aggrediti debbano sostenere le spese legali. Il ministero ha inviato una circolare ai dirigenti scolastici invitandoli a segnalare tempestivamente gli episodi di violenza agli Uffici scolastici regionali.
Condanna dal sindaco di Cesena
Per Enzo Lattuca, sindaco di Cesena, si trata di “un’aggressione inaccettabile“. Il sindaco ha condannato il gesto sottolinenado l’importanza della “scuola” come istituzione: “A scuola i nostri ragazzi imparano il rispetto delle regole e delle persone, dove sono chiamati a relazionarsi tra loro usando il dialogo e il confronto come strumento di risoluzione dei conflitti“
Solidarietà dai sindacati
La solidarietà alla professoressa aggredita è arrivata puntualmente da parte di uno dei principali sindacati di categoria, la FLC CGIL. In una lettera inviata alla dirigente scolastica, il sindacato censura “l’episodio increscioso“.