Ennesimo attacco di Israele, questa volta ai danni dello Yemen. È stato il porto a essere distrutto. Ma perché è successo?
Attacco di Israele “Long Arm”
Israele ha lanciato un attacco contro le postazioni houthi nello Yemen, focalizzandosi specificamente sul porto di Hodeida. Gli F35 israeliani sono stati utilizzati per colpire il porto, che secondo fonti militari israeliane, viene utilizzato dagli Houthi per ricevere armi dall’Iran. Questo attacco è stato una risposta al lancio di un drone che, venerdì scorso, ha colpito Tel Aviv, provocando la morte di un civile. Il primo ministro israeliano ha dichiarato che non esiste luogo in cui Israele non possa arrivare, sottolineando la capacità del paese di colpire ovunque sia necessario per proteggere la sua sicurezza.
L’operazione è stata denominata “Long Arm” e ha comportato una serie di raid aerei che hanno causato esplosioni e incendi a Hodeida. Le immagini diffuse sui social media mostrano colonne di fumo nero che si alzano dai siti colpiti. Il ministero della Sanità degli Houthi ha confermato che l’attacco ha provocato morti e feriti, anche se non sono stati forniti dettagli specifici sul numero delle vittime.
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Secondo diverse fonti, tra cui il canale libanese Al Mayadeen affiliato a Hezbollah, gli attacchi hanno danneggiato anche le raffinerie di petrolio nel porto di Hodeida. La risposta israeliana è stata motivata non solo dall’attacco con il drone, ma anche dai numerosi attacchi contro Israele che si sono verificati nei mesi recenti.
Il portavoce militare israeliano ha ribadito che l’attacco è stato diretto contro obiettivi militari, non contro il popolo yemenita. Ha sottolineato che gli Houthi, sostenuti dall’Iran, hanno effettuato attacchi contro numerose navi e rappresentano una minaccia per il Canale di Suez e il commercio globale. Questo attacco, ha detto, è stato pianificato con cura e rappresenta la capacità di Israele di agire anche a grandi distanze.
La probabile immediata risposta
Gli Houthi hanno dichiarato che risponderanno a questi attacchi colpendo obiettivi civili a Tel Aviv, rendendo chiaro che considerano gli impianti colpiti in Yemen come obiettivi civili. Questo annuncio ha aumentato ulteriormente le tensioni nella regione, con la prospettiva di ulteriori attacchi e rappresaglie.
Il contesto di questo conflitto è complesso. Gli Houthi, un gruppo armato sciita, controllano ampie parti dello Yemen e sono sostenuti dall’Iran, mentre Israele vede l’influenza iraniana nella regione come una minaccia diretta alla sua sicurezza. Il porto di Hodeida, strategicamente importante, è stato spesso al centro delle tensioni a causa della sua importanza per il rifornimento delle forze houthi.
Il conflitto in Yemen, iniziato nel 2014, ha causato una delle peggiori crisi umanitarie al mondo, con milioni di persone che necessitano di assistenza umanitaria. Gli attacchi aerei e i combattimenti hanno devastato il paese, distruggendo infrastrutture vitali e causando una grave carenza di cibo e medicine.
Gli attacchi israeliani contro gli Houthi rappresentano un ulteriore capitolo in questo conflitto. Sebbene Israele affermi di mirare solo a obiettivi militari, il rischio di vittime civili è sempre presente, aggravando ulteriormente la situazione già precaria in Yemen. La comunità internazionale continua a monitorare la situazione, cercando soluzioni diplomatiche che possano portare a una cessazione delle ostilità e a un ritorno alla stabilità nella regione.
L’azione militare di Israele nel contesto del conflitto yemenita è solo un altro colpo mirato a distruggere le dinamiche geopolitiche della regione, dove gli interessi di vari attori si intersecano e spesso si scontrano.