Violenza sui migranti a Ventimiglia: polizia indaga sull’accaduto
La polizia sta indagando su un uomo che ha aggredito a frustate delle donne migranti africane in fuga verso la Francia, dopo averle scoperte nascoste nel proprio tir.
L’Ansa è una delle agenzie che ha diffuso il video shockante ripreso da un altro autista o da una persona che ha avuto la possibilità di filmare la scena, ora al vaglio delle forze dell’ordine. Sul tir erano riusciti a entrare una dozzina di persone di origine africana. Fughe clandestine con l’obiettivo di raggiungere familiari o conoscenti già presenti nel paese. Questo fenomeno è comune tra i migranti che, giunti in Italia, tentano di continuare il loro viaggio verso altre nazioni europee.
La violenza sui migranti utilizzando una catena appuntita
Il tir si è fermato all’autoparco di Ventimiglia, dove l’aggressione ha avuto luogo. Le immagini mostrano l’uomo che urla e utilizza un grosso filo di ferro appuntito per colpire chiunque tenti di uscire dal mezzo. Le vittime, in prevalenza donne, vengono fatte scendere tra urla e cinghiate. Nel video si sentono le grida di dolore delle donne, molte delle quali riescono a evitare i colpi. Secondo Repubblica, queste donne sono di origine eritrea e sono state accolte in punto di soccorso per migranti a Ventimiglia, dove hanno trascorso la notte prima della fuga e collegata aggressione. Le vittime hanno poi raccontato l’accaduto alle operatrici della Caritas da cui sono ritornate.
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Ultimo intervento sull’immigrazione di Antonio Tajani, le parole del segratario di Rifondazione
Recentemente, il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dichiarato che la questione migratoria può essere affrontata come un problema di ordine pubblico, un’affermazione fatta durante il suo intervento alla Conferenza sullo Spazio Italia Africa alla Farnesina. Invece, Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista, ha sottolineato che l’80% dei migranti tenta di raggiungere luoghi dove si parla la loro lingua e dove le leggi possono offrire loro protezione, spesso per ricongiungersi con parenti o cercare opportunità di lavoro.
Migranti, una vera emergenza sociale: ultimi studi e riflessioni
Le violenze perpetrate a Ventimiglia evidenziano le difficoltà e i pericoli affrontati dai migranti nel loro lungo viaggio. Le rotte migratorie dall’Africa all’Europa sono costellate di episodi di violenza, sfruttamento e detenzione. Molti perdono la vita lungo il tragitto, sia a causa di malattie e denutrizione sia per le condizioni precarie in cui viaggiano. L’Italia e altri paesi europei come Spagna, Francia, Olanda e Germania sono le mete principali di questi viaggi disperati. Gli eventi di Ventimiglia ci ricordano l’urgenza di affrontare la questione migratoria con umanità e giustizia, cercando soluzioni che proteggano i diritti e la dignità di chi è costretto a fuggire dal proprio paese.
Secondo i dati forniti dall’UNHCR, a fine giugno 2024, l’Italia ha superato la Spagna come principale punto di approdo dei migranti sulle coste del Mediterraneo, con 25.804 arrivi rispetto ai 25.250 della Spagna e ai 20.682 della Grecia. Tuttavia, gli arrivi in Italia sono notevolmente diminuiti rispetto ai 65.519 registrati nello stesso periodo del 2023, segnando un calo del 60,29%.
Anche rispetto ai primi sei mesi del 2022, con 27.633 arrivi, c’è stata una riduzione del 5,8%. Mentre l’Italia ha visto una diminuzione, le rotte migratorie verso Spagna e Grecia sono aumentate. Complessivamente, nei primi sei mesi del 2024, sono arrivati 76.278 migranti sulle coste mediterranee europee, solo il 14,6% in meno rispetto ai 89.276 del 2023. I principali paesi di provenienza dei migranti sbarcati in Italia sono Bangladesh (5.709), Siria (3.903) e Tunisia (3.311).
Le principali rotte migratorie verso l’Europa includono:
- Mediterraneo centrale, con arrivi in Italia e Malta, principalmente da migranti dell’Africa subsahariana e settentrionale, via Tunisia e Libia. Questa rotta ha visto un aumento significativo dal 2020.
- Mediterraneo orientale, con arrivi in Grecia, Cipro e Bulgaria, prevalentemente dalla Siria. Gli arrivi sono diminuiti dal 2016 grazie alla cooperazione tra UE e Turchia.
- Mediterraneo occidentale, con arrivi in Spagna via mare o terra verso Ceuta e Melilla, da Algeria, Marocco e Africa subsahariana. Il picco del 2018 ha intensificato la cooperazione tra Spagna e Marocco.
- Africa occidentale, con arrivi alle Isole Canarie, transitando attraverso Marocco, Sahara occidentale, Mauritania, Senegal e Gambia.
In risposta, l’UE ha adottato quadri normativi per gestire i flussi migratori legali, compresi programmi di reinsediamento e per attrarre lavoratori qualificati. Per i flussi irregolari, ha implementato il sistema europeo comune di asilo e accordi di riammissione. Il Nuovo Patto sulla migrazione e asilo è attualmente in negoziazione per riformare la politica migratoria europea, con un focus su solidarietà e equa ripartizione della responsabilità tra Stati membri.