La Corea del Nord è il lancio del secondo razzo satellitare fallito. Rabbia e paura tra Giappone e Corea del Sud
Partiamo dall’ultimo aggiornamento dell’Ansa: la Corea del Nord ha annunciato il fallimento del lancio di un razzo spaziale satellitare. Pyongyang ha riferito che l’esplosione è avvenuta a mezz’aria durante la prima fase del volo. La notizia ha messo in allarme la Corea del Sud, che ha tracciato il percorso del lancio verso la sua costa occidentale, in direzione meridionale. Il governo giapponese, avvisato del razzo, ha emesso un avviso per i residenti del sud, in particolare nella prefettura di Okinawa, ma ha poi rettificato, indicando che non si prevedeva il sorvolo del territorio giapponese.
La capacità nucleare della Corea del Nord rappresenta una minaccia significativa per la regione, alimentando la paura della Corea del Sud. Pyongyang ha lanciato con successo il suo primo satellite nel novembre scorso, dopo diversi fallimenti, e secondo diverse analisi, questa volta voleva mandare in orbita un secondo satellite spia. La possibilità che il regime nordcoreano replichi il lancio nei prossimi giorni rimane incerta.
Il missile lanciato oggi sarebbe caduto nel Mar del Giappone meridionale. Questo evento sottolinea l’importanza di monitorare attentamente le attività missilistiche della Corea del Nord, data la sua crescente capacità nucleare e le implicazioni per la sicurezza regionale.
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Nazioni Unite e Consiglio di Sicurezza, Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud. Le richieste a Pyongyang
Le Nazioni Unite vietano alla Corea del Nord di lanciare satelliti militari destinati allo spionaggio. Il tentativo di oggi, conclusosi con un incidente, è stato percepito da Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud come un affronto e una violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Se il razzo fosse finito in mare, sarebbe stato considerato un missile balistico, suscitando preoccupazioni significative.
I funzionari di Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud hanno richiesto colloqui urgenti e la cessazione dei lanci, affermando che questi test aiutano la Corea del Nord a migliorare i suoi missili balistici piuttosto che i razzi satellitari. La Corea del Nord ha ribadito il suo diritto di condurre un programma spaziale civile e ha sottolineato che in passato ha sempre notificato i lanci programmati, incluse le date e le aree di possibile caduta dei detriti, generalmente il Mar Giallo e le acque vicino alle Filippine.
La capacità nucleare della Corea del Nord e i suoi programmi missilistici preoccupano non solo la Corea del Sud, ma anche gli Stati Uniti e le Nazioni Unite, poiché iniziative autonome in aree calde come quella tra Giappone e le due Coree aumentano il rischio di escalation militare e destabilizzazione regionale.
Trilaterale anti nucleare, partecipa anche la Cina.
Ricapitolando, il razzo satellitare della Corea del Nord è stato definito da Giappone e Corea del Sud come un “proiettile non identificato”. Il Giappone ha successivamente revocato l’avviso di evacuazione. Pyongyang aveva notificato il lancio del satellite fino al 4 giugno e indicato anche le aree di caduta.
A Seoul, il presidente Yoon Suk-yeol, il premier giapponese Fumio Kishida e il premier cinese Li Qiang si sono incontrati in un trilaterale, il primo in cinque anni. Questo incontro è significativo non solo per il rinnovato impegno a promuovere la pace e la denuclearizzazione della penisola coreana, ma anche per il ruolo cruciale della Cina nella regione. La Cina, infatti, ha un interesse strategico nel mantenere la stabilità nella penisola coreana e nel Giappone, specialmente in un momento di forti tensioni con Taiwan e per Taiwan.
Il Giappone aveva attivato il J-Alert, un sistema di segnalazione rapido utilizzato anche per tifoni, terremoti e tsunami, in risposta alla situazione di emergenza. L’interesse della Cina per la stabilità regionale è particolarmente rilevante data la sua attuale posizione geopolitica e le crescenti tensioni con Taiwan. La presenza di armi nucleari nella regione rappresenta una minaccia non solo per i paesi direttamente coinvolti, ma anche per la sicurezza regionale e globale.