Tari, tassa sui rifiuti: scopriamo dove è cresciuta e quanto
La Tari è la tassa sui rifiuti introdotta nel 2014, un tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. E’ proprio la gestione di questi ultimi a creare malumori quando non gestiti bene, oppure gravi incidenti o ancora creano situazioni poco salutari per i cittadini e per l’ambiente.
Cara immondizia, però, quanto mi costi? Il costo medio per famiglia, rilevano alcune tabelle del 2023, circa 320 euro a famiglia, una cifra che può essere sì spalmato in un anno risparmiando, solo se si riesce visto che il costo della vita corre insieme ad altre spese importanti come bollette, rate condominiali, affitto, altre tasse o tributi. Ad aggiungersi a questo carico anche la notizia che in alcune città la piccolissima Tari tende a salire raggiungendo anche +7% rispetto al valore dell’anno scorso.
Questo è successo ad esempio ad Ancora e Perugia, poi a Padova e Firenze cittadini e imprese si sono trovati la Tari al +3,2/3,3%, a Roma la tassa sui rifiuti è salita del 3% in un anno. Gli avvisi di pagamento scatteranno nelle prossime settimane, sono coinvolti piccoli e grandi comuni. Le amministrazioni hanno tempo fino al 30 giugno 2024 per deliberare le nuove tariffe e applicare la proroga concessa dal governo Meloni grazie ad un emendamento al decreto Super Bonus.
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Bonus Tari 2024: che cos’è, chi può richiederlo e come funziona
Il Bonus Tari 2024 offre la possibilità di esenzione o riduzione della tassa rifiuti per l’anno in corso, una misura già in vigore dal 2020 negli anni precedenti. Ogni comune stabilisce i requisiti specifici che devono essere soddisfatti per poter beneficiare del bonus. Questa opportunità è particolarmente significativa: a Pisa, ad esempio, una famiglia potrebbe risparmiare fino a 325 euro all’anno, considerando che questa sia la tariffa più alta.
Attualmente, la gestione dell’esenzione o dello sconto è affidata al singolo comune. Il bonus, infatti, opera a livello comunale anziché nazionale, poiché manca un decreto attuativo dedicato. Il Bonus per la tassa sui rifiuti, nato durante l’emergenza Covid, è stato introdotto dall’Arera nel 2020, che ha definito i criteri per l’assegnazione di agevolazioni a famiglie e imprese. I comuni, successivamente, hanno sempre fatto riferimento alla normativa emergenziale.
I criteri per l’ottenimento del bonus sono gli stessi validi per i bonus luce, gas e acqua. Il bonus viene applicato ai nuclei familiari con un Isee fino a 9.530 euro, o fino a 20.000 euro nel caso di almeno 4 figli a carico. Tuttavia, per poter usufruire del Bonus Tari, è fondamentale seguire attentamente le indicazioni del proprio comune ogni anno, poiché le scadenze variano notevolmente da una città all’altra. È facile rischiare di non presentare la domanda entro i termini previsti; a Roma, ad esempio, la scadenza è fissata per la fine di febbraio, entro la quale è anche necessario aver aggiornato l’Isee all’anno corrente.
Perché la Tari negli anni è aumentata?
Il motivo dell’aumento delle tariffe della Tari può essere attribuito a diversi fattori, secondo gli esperti. Tra questi, l’inflazione, l’incremento dei prezzi dell’energia e le conseguenze delle guerre in atto hanno un ruolo significativo.
Nella preparazione delle tariffe per l’anno corrente, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) ha sollecitato i comuni ad aumentare i costi delle bollette per accelerare il recupero dell’inflazione, che ha influito sui costi fissi delle municipalizzate della raccolta, come ad esempio il carburante per i camion. In diverse città italiane, si sono registrati rincari significativi. A Palermo, il comune ha appena approvato un aumento medio del 6%, mentre a Verona i costi sono saliti del 5,6% in media. A Napoli, invece, l’aumento della tariffa sui rifiuti ha raggiunto il 13% per le utenze domestiche e oltre il 20% per i negozi nel 2023.
Nonostante gli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), la gestione dei rifiuti rimane un punto critico, come evidenziato dagli aumenti previsti. Per affrontare questa situazione, si sta puntando sulla “Tarip”, ovvero la Tari puntuale, che premia i cittadini virtuosi che differenziano correttamente i materiali riciclabili. Tuttavia, questa pratica è ancora poco diffusa, soprattutto al sud.