Guerra in Ucraina e scenario globale tra post elezioni Putin e risoluzione Onu con veto
I titoli di oggi fotografano un mondo che deve decidere cosa fare con i due grandi fronti di guerra che si sono creati in Europa e in Medio Oriente. Cina e Russia hanno affossato con il veto alla risoluzione Usa per il cessate il fuoco a Gaza. C’è scontro, intanto tra Turchie e Israele, Erdogan lancia parole dura contro Netanyahu.
E il premier Israeliano ha dichiarato che le truppe sarebbero comunque entrate a Rafah, obiettivo importante per distruggere definitivamente Hamas e colpire i suoi alleati, senza il supporto USA. Intanto, la Russia dopo le elezioni cerca di distruggere le risorse dell’Ucraina che ha punti forti al confine della Russia, ha droni che riescono ad entrare ed è appoggiata da forze alleate. Ecco l’ultimo attacco di oggi molto forte e violento.
Guerra in Ucraina: colpite Kharkiv nell’Est (700mila residenti), Odessa e Dnipropetrovsk, blackout per la centrale nucleare di Zaporizhzhia.
La Russia ha attaccato l’Ucraina durante la notte con 90 missili e 60 droni, una rappresaglia che non era mai stata così forte prima d’ora. Un milione di cittadini sono rimasti senza corrente, ecco l’elenco di alcune aree colpite. Kharkiv nell’Est (700mila residenti), Odessa e Dnipropetrovsk nel sud (200mila residenti ciascuna). Blackout di alcune ore per la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Ecco le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Il mondo vede con la massima chiarezza gli obiettivi dei terroristi russi: centrali elettriche e linee di approvvigionamento energetico, una diga idroelettrica, normali edifici residenziali, persino un filobus. La Russia è in guerra contro la vita della gente comune”.
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Unione Europea e difesa comune, intanto Salvini viene bacchettato da Le Pen
Forti divisione tra i paesi sul creare un contingente Nato o militare in Ucraina, sarebbe l’inizio della terza guerra mondiale. Sul Gazzettino, cartine e sei schede che descrivono bene come la Francia sia pronta a schierare e che maniera le truppe tra confine bielorusso e Transnistria, l’opposizione degli alleati. I titoli dei giornali descrivono l’Unione Europea in stallo sulla difesa comune ma sul pezzo nell’affrontare questa possibile minaccia.
Orban tra i leader europei è l’unico ad aver inviato una lettera di congratulazioni, attraverso il suo portavoce, al leader russo. Viene sottolineata una cooperazione tra Ungheria e Russia basata sul rispetto reciproco anche in contesti geopolitici difficili. Colpisce invece la risposta a Salvini di Marine LE Pen, intervistata da Franceinfo sulle dichiarazioni di Matteo Salvini.
La leader di Rassemblement National ha detto che in Russia non c’erano le condizione per elezioni libere. La Russia non è un regime democratico dove si avvera quello che dice Salvini, “che quando un popolo vota ha sempre ragione”.
Guerra su Gaza: Netanyahu vuole entrare a Rafah per spaventare alleati di Hamas e colpire al cuore l’organizzazione islamica palestinese
Il mondo è diviso anche sul conflitto tra Israele e Hamas, c’è chi è dalla parte del piano Usa per far interrompere il conflitto ed evitare il suo allargamento con l’ingresso a Rafah. Spagna, Irlanda, Malta e Slovenia sono tra gli stati che riconoscerebbero lo Stato Palestinese, posizione che crea delle chiusure in Netanyahu. A Tel Aviv una manifestazione sostiene l’intervento di mediazione Usa e chiede anche aiuto per gli ostaggi.
Intanto, il testo della risoluzione Usa per il cessate il fuco ha ottenuto 11 voti a favore, 3 voti contrari (l’Algeria oltre al veto di Russia e Cina), e un astenuto, la Guyana. Linda Thomas-Greenfield, l’ambasciatrice americana all’Onu, ha commentato così i tre voti contrari. “Ci sono due ragioni profondamente ciniche dietro questo veto: primo, Russia e Cina non vogliono condannare Hamas per gli attacchi del 7 ottobre. Inoltre, semplicemente non vogliono vedere adottato un testo elaborato dagli Stati Uniti”. Sappiamo benissimo che dietro tutta la retorica, Russia e Cina non fanno nulla di diplomatico per una pace duratura o per contribuire sinceramente agli sforzi umanitari”.