Sandra Amurri, giornalista che nel 2009 fondò Il Fatto Quotidiano insieme ad Antonio Padellaro, si è lamentata sui social di aver pagato un cappuccino, a Piazza del Popolo a Roma, 8 euro.
A riprova di ciò, ha messo in bella vista lo scontrino, ma i suoi followers non l’hanno presa troppo bene, Vediamo, nel dettaglio, cosa è accaduto.
Il post “incriminato” di Sandra Amurri
“Benvenuti a Roma, fine lockdown: un misero cappuccino 8,05 euro. Risposta del direttore : ‘Non l’ha visto il menu? Se le sembra troppo non ci venga’. Menu per un cappuccino?”.
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Insomma, per la giornalista il costo elevato è dovuto ai rincari messi in atto dai commercianti per “sopperire” al lockdown, ma in realtà, secondo il direttore, si trattava di un prezzo nella media dato che si tratta di un bar situato nel cuore della Capitale.
Il bar in questione, infatti, si trova direttamente affacciato sulla piazza, sotto la scalinata della terrazza del Pincio. Insomma, non esattamente un puntincino a caso, a voler essere pignoli.
I followers hanno sottolineato questo dettaglio
Come è facile immaginare, i seguaci di Sandra Amurri le hanno ricordato questi dettagli, rimarcando come sia normale un tale sovrapprezzo in un bar che si trova in una posizione così privilegiata, anche perché, per trovarsi in quel posto, il proprietario deve pagare tasse e concessioni salatissime, nonchè affitti non esattamente “nella media” data la posizione centrale.
Così i followers le hanno riportato altri esempi di Piazza Duomo, Piazza San Marco, e altre grandi città dove più o meno, il prezzo per un cappuccio, è esattamente quello da lei pagato.
La riposta ai followers di Sandra Amurri
Per difendersi, la giornalista ha tirato fuori l’artiglieria pesante: “È sconvolgente 8 euro un cappuccino perché il bar dà su piazza del Popolo visto che la piazza è di tutti, ricchi e poveri e anche i poveri, cioè persone che lavorano da una vita, hanno diritto una tantum di un cappuccino a piazza del Popolo”.