Sembra proprio che la famigerata Doggy Bag stia per essere regolamentata da una vera e propria legge. Scopriamo quindi di cosa si tratta!
Forza Italia e la legge sulla Doggy Bag
Forza Italia ha presentato una proposta legislativa volta a ridurre lo spreco alimentare nei servizi di ristorazione, posizionando l’Italia tra i Paesi che riconoscono il diritto del consumatore di portare a casa ciò che non consuma durante il pasto. Il deputato Giandiego Gatta è il primo firmatario di questa iniziativa, composta da cinque articoli mirati a educare i cittadini sull’utilizzo responsabile degli alimenti.
Il capogruppo azzurro alla Camera, Paolo Barelli, sottolinea che l’iniziativa non tratta di un argomento frivolo, ma piuttosto di una pratica significativa per evitare sprechi alimentari. Con uno spreco di cibo pari a 65 kg pro capite all’anno in Italia e 13 milioni di italiani che consumano pasti fuori casa regolarmente, la proposta di legge si propone di ridurre in modo significativo gli sprechi, allineandosi agli obiettivi dell’Agenda Onu 2030.
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Dettagli della proposta
L’articolo 1 della proposta di Forza Italia stabilisce che i fornitori di cibo e bevande al pubblico devono dotarsi di “contenitori riutilizzabili o riciclabili” per consentire ai clienti di portare via ciò che non consumano in loco. Le sanzioni previste, descritte nell’articolo 2, vanno da 25 a 125 euro. Tuttavia, l’obbligo di adottare tali contenitori e la relativa sanzione si applicano solo se il consumatore richiede espressamente il doggy bag, come indicato nell’articolo 4.
Secondo l’articolo 3, il contenitore può anche essere fornito dal cliente, a condizione che rispetti i requisiti igienico-sanitari di legge. La legge entrerebbe in vigore sei mesi dopo la sua pubblicazione, come stabilito dall’articolo 5. Rispondendo alle preoccupazioni sul possibile aumento dei costi, Gatta sottolinea che il prezzo del coperto aumenterebbe solo di “6 centesimi in più” per il contenitore, considerando questa critica come pretestuosa.
Le origini della Doggy Bag
Il concetto della “Doggy Bag” nella ristorazione ha radici storiche che risalgono a diversi decenni fa e ha attraversato un percorso evolutivo significativo. Questo gesto, ora al centro di una proposta legislativa presentata da Forza Italia, ha origine negli Stati Uniti nei primi anni ’40 e ha successivamente influenzato le pratiche alimentari in molte parti del mondo.
Le prime tracce della Doggy Bag risalgono agli anni ’40 negli Stati Uniti, quando durante la Seconda Guerra Mondiale, l’opinione pubblica fu sensibilizzata sulla necessità di evitare lo spreco alimentare. In quel periodo, i ristoranti iniziarono a offrire ai clienti l’opportunità di portare a casa gli avanzi di cibo in scatole di cartone o contenitori di alluminio. Questa pratica si diffuse rapidamente, in parte a causa delle restrizioni alimentari e dell’importanza di risparmiare risorse durante il conflitto bellico.
Evoluzione nel tempo
Con il passare degli anni, la Doggy Bag ha subito un’evoluzione nelle sue modalità e nella sua accettazione sociale. Inizialmente, era associata principalmente alle porzioni generose servite nei ristoranti americani, ma col tempo ha acquisito una connotazione più ampia. La consapevolezza ambientale e la crescente preoccupazione per lo spreco alimentare hanno contribuito a promuovere l’uso della Doggy Bag come una pratica sostenibile e responsabile.
La pratica della Doggy Bag ha superato i confini nazionali degli Stati Uniti ed è diventata una consuetudine in molti paesi del mondo. Paesi europei, asiatici e sudamericani hanno adottato questa pratica come parte integrante della cultura gastronomica. La sensibilizzazione sull’impatto ambientale dello spreco alimentare ha svolto un ruolo chiave nell’incoraggiare l’adozione di pratiche più sostenibili e responsabili.