Vittorio Sgarbi e la sua quarta volta da sindaco
In attesa del ballottaggio il 28 di maggio, lunedì si sono concluse le elezioni per molti Comuni d’Italia. Tra essi, si trova il Comune di Arpino, nel Lazio, più noto come “la città di Cicerone“. Perché da Ultimedalweb ci concentriamo su questo Comune particolare? Perché il primo cittadino è diventato il poliedrico sottosegretario di Stato alla Cultura Vittorio Sgarbi (71 anni) In realtà, questa non è la notizia. La notizia è che Sgarbi ha raggiunto il primato di sindaco dopo che ha ottenuto la vittoria come primo cittadino per la quarta volta. Infatti, l’elezione ci pareva un déjà-vu.
Vediamo com’è andata le volte precedenti.
La prima volta, il critico d’arte è stato eletto a San Severino Marche (Macerata)nel 1992 ed è rimasto in carica fino al 1994. Successivamente (siamo al 2008), viene eletto sindaco di Salemi (Trapani), la prima Capitale d’Italia, e rimane in carica fino a febbraio del 2012. Infine, nel 2018 viene eletto sindaco a Sutri (Viterbo), dove risulta in carica fino al completamento del mandato.
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Sutri
Gli incarichi del critico d’arte
Gli incarichi dell’omnipresente (senza risparmiarsi in tivù) Vittorio sono almeno 10, come ci ricorda il Corriere:
- sottosegretario alla Cultura
- sindaco di Arpino
- consigliere comunale di Latina
- assessore alla Bellezza di Viterbo
- prosindaco (consigliere comunale delegato dal sindaco a svolgere le funzioni di ufficiali ) di Urbino
- commissario per le Arti di Codogno
- presidente della Fondazione Ferrara arte
- presidente del Mart di Trento e Rovereto
- presidente del Mag di Riva del Garda
- presidente della Gypsotheca del Canova.
Fino a poco tempo fa era consigliere regionale in Lombardia, incompatibile con l’incarico di sottosegretario, anche se lui resiste. E risponde per le rime quando qualcuno gli fa notare la sua polivalenza. Anzi, ci scherza su: “se ogni Parlamentare facesse anche il sindaco, si risparmierebbe almeno uno stipendio“.
Gli incarichi assegnati da Sgarbi in qualità di sindaco
Alcuni incarichi assegnati da Sgarbi come sindaco di Salemi suscitano qualche polemica, come se il primo cittadino si fosse proposto di deridere il proprio ruolo: Così, Morgan diventa assessore all’Ebbrezza, Oliviero Toscani e Peter Glidewell, assessori al Nulla. Nel 2009 fa anche assessore alle Mani in Pasta Fulvio Pierangelini, assessore al Gusto e Disgusto Davide Paolini e assessore ai Sogni il noto psichiatra Paolo Crepet.
Paolo Crepet
L’agenda difficile da gestire e le ampie vedute politiche
Il critico d’arte confessa “L’Agenda? un disastro, ho bucato anche l’evento con Mattarella“. Ma, tanto, è normale. Con tutti gli impegni che ha, potrà attendere il Presidente della Repubblica, che di incarichi ne ha soltanto uno!
La vita politica di Vittorio Sgarbi è contrassegnata da “ampie vedute” e molte polemiche. Nel 1990 si candida con il PCI a Pesaro e con il Psi a San Severino Marche, senza avvertire i dirigenti. Erano gli anni in cui su proclamava ateo e cattolico nel contempo. Secondo lui, la doppia candidatura si giustificava così: ” Non sono né socialista, né comunista, per questo mi candido con tutti e due. Realizzo l’unità della sinistra”. E vince a San Severino, sostenuto da Dc e Msi.
San Severino Marche
L’ultima elezione (Arpino) gli costa la credibilità, dato che aveva dichiarato “diventerò sindaco solo di città che incominciano con la lettera esse“.
Ma tanto, lui si diverte a fare la banderuola. Nel 1992 era deputato per il Partito liberale, nel ‘94 per Forza Italia, nel ‘99 diventa consigliere a Ferrara per i Repubblicani, ed eurodeputato per Forza Italia. Nel 2005 si candida con l’Unione. Ma è incompatibile ed entra a far parte della Lista consumatori. Nel 2006 si candida a sindaco di Milano, ma si ritira in favore di Letizia Moratti, che lo fa assessore. Alle Regionali del Lazio del 2010 si candida con la sua lista Liberal.
Quando il Comune di Salemi viene sciolto per infiltrazioni mafiose, lui si candida come sindaco di Cefalù. Nel 2012 è assessore alla Rivoluzione del comune di Baldissero d’Alba. Poi cambia regione e diventa assessore alla Rivoluzione a Urbino. Ma c’è un albero di Natale “dalla bruttezza immorale” e allora dice che si dimette, ma dopo Pasqua non lo fa. Nel 2015 si ricandida a sindaco di Milano. L’anno dopo è assessore a Cosenza. Poi si candida alla Regione Sicilia, ma si ritira in cambio dell’incarico di assessore, concesso da Nello Musumeci.
Del resto, le incompatibilità nei Comuni sotto i 15 mila abitanti non ci sono: “E se ci sono, me ne fotto“. Pertanto, pazienza se lui risponde al cellulare mentre lo chiamano per proporgli la poltrona e lui: “certo, sono pronto a servire; mi ripete dov’è il Comune“?