La guerra in Myanmar e la giunta militare
In Birmania, nello Stato di Shan sono rimaste uccise più di 30 persone. Si tratta di un attacco ancora sferrato dalla giunta militare al villaggio di Nan Nein, al sud del Paese. Dal colpo di Stato di due anni fa, il Myanmar ha assistito a un numero sempre maggiore di scontri mortali tra l’esercito e i gruppi di resistenza armata. In questo caso, la BBC ha fatto riferimento al gruppo di ribelli Karenni. Il 1° febbraio del 2023 il comandante supremo delle forze armate ha deciso di prolungare di 6 mesi lo stato di emergenza. Dopo avere tolto il potere a Aung San Suu Kyi (del partito Lnd che governava la Birmania) e averla incarcerata, la giunta militare ha assunto il governo del Paese provvisoriamente. Ma il periodo è scaduto e la situazione non cambia.
Attacco al Monastero di Nan Nein, 30morti, tra cui 3 monaci
L’attacco che l’aviazione e l’artiglieria dell’esercito ha sferrato al villaggio di Nan Nein durante il weekend ha provocato 30 morti, tra cue 3 monaci. Prima, i militari hanno bombardato l’area e poi hanno giustiziato gli abitanti che si erano nascosti all’interno di un monastero. Un video militare mostra i corpi, ammassati contro il monastero. Alcuni indossavano le vesti arancioni dei monaci buddisti. Nel video sono ben visibili le ferite d’arma da fuoco sui corpi delle vittime e le pallottole conficcate sulle mura del luogo sacro. Alcuni edifici nei dintorni sarebbero stati bruciati.
Un Paese massacrato, occupato dalla milizia
Al momento, la situazione nel Paese è molto delicata. La giunta controlla le maggiori città ma ha serie difficoltà nelle campagne. Gli accessi alle grandi città per i turisti sono limitati. Si può raggiungere il Paese solo via Terra e l’unica direttrice percorribile all’interno è Yangon-Naypydaw-Bagan. A Yangon non si avverte a occhio nudo la presenza delle milizie. Ciononostante, l’esercito si trova distribuito in una zona che cresce verticalmente, rendendo difficile l’espugnazione. I numeri non sono indifferenti. Dall’inizio del golpe, il bilancio delle vittime sarebbe di circa 30.000. Secondo l’Onu, il numero degli sfollati avrebbe raggiunto un milione e mezzo e 17,6 milioni di persone si troverebbe in condizioni di povertà critiche.
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