Il caso Cesaroni ha popolato le pagine di cronaca nera degli anni ’90, ed è, ad oggi, uno dei delitti più controversi della storia italiana.
Simonetta Cesaroni è stata uccisa in misteriose circostanze in un appartamento di Via Poma, a Prati.
La ragazza, segretaria, si era recata in quell’appartamento per svolgere delle mansioni che le erano state assegnate dal suo datore di lavoro di allora. Lì, in quell’appartamento, Simonetta aveva incontrato la morte.
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Il caso riaperto dopo decenni
Per la sua morte, il primo indiziato era stato l’ex fidanzato Raniero Busco, infine assolto da tutte le accuse.
Come ha specificato l’avvocato di Busco, la riapertura del caso, che non comporta in alcun modo la messa in discussione dell’innocenza del suo assistito, servirà a trovare il “bandolo di questa matassa e si riuscirà a trovare il vero colpevole e liberare dal sospetto, che dura da 30 anni, una serie di personaggi assolutamente innocenti“
Sul suo assistito, l’avvocato Paolo Loria ha detto : “Sento periodicamente Busco, sta superando lentamente questo trauma” .
Simonetta Cesaroni: la nuova testimonianza
Secondo quanto riportato da Repubblica, ci sarebbe una “nuova” testimonianza di una donna, che andrebbe a intaccare l’alibi del datore di lavoro di Simonetta.
Come abbiamo detto, Simonetta si era presentata presso lo studio in via Poma per svolgere delle pratiche. Si trattava dello studio dell’avvocato Francesco Caracciolo di Sarno, il cui alibi era sempre stato ferreo, ma che ora viene invece a essere completamente smontato.
Peccato che Francesco Caracciolo di Sarno sia morto oramai 6 anni fa.
Come riferisce Repubblica, l’avvocato di Sarno “ha sempre detto di non aver conosciuto Simonetta e di non sapere perché proprio il 7 agosto, dagli uffici di via Poma partirono due chiamate verso la sua tenuta. Per anni ha continuato a giurare che quel giorno era in campagna. E di essersi allontanato solo per accompagnare la figlia in aeroporto. Adesso però la testimonianza di una sua ex collaboratrice fa vacillare il suo alibi. È colma di dettagli, circostanze”.
Di Sarno e le molestie
Pare ora, secondo alcuni vecchi verbali, Di Sarno sarebbe stato “noto fra gli amici per la dubbia moralità e le reiterate molestie arrecate a giovani ragazze, episodi che seppure a conoscenza di molti non sarebbero mai stati denunciati grazie anche alle ‘amicizie influenti’ dallo stesso vantate”, scrive il poliziotto.
“Il giorno del delitto, pressappoco nell’ora riportata dai media come quella presunta dell’omicidio, l’avvocato sarebbe rientrato affannato e con un pacco mal avvolto presso la propria abitazione”, uscendo poco dopo con una “grossa borsa”.
Insomma, che finalmente si sia arrivati, dopo tanto tempo, a una svolta epocale sul caso Cesaroni?