Attimi di forte paura ed apprensione per Dodi Battaglia, che si è accasciato sul palco sul quale di stava esibendo a Piazza Maggiore, a Bologna.
Migliaia di persone erano lì per assistere al concerto quando il chitarrista dei Pooh, mentre cantava “Uomini soli”, all’improvviso ha avuto un malore che lo ha costretto ad accasciarsi.
L’intevento dei medici sul palco
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I medici sono intervenuti sul palco per accertarsi delle sue condizioni e hanno ritenuto fosse opportuno stoppare. L’artista di è così congendato sorretto dai colleghi e scusandosi per l’imprevisto: “Vi ringrazio per la comprensione. Vi do appuntamento alla prossima volta quando sarò più tonico. Mi dicono che è il momento di lasciare stare. Vi voglio bene”.
Dodi Battaglia si spiega sui social
Attraverso i suoi social, poi, l’artista ha voluto spiegare i motivi dietro il suo malore: “Il malore che mi ha colpito ieri sera era dovuto solo in parte allo stress lavorativo del quale sono abituato ormai da cinquant’anni. Suonare e cantare su un palco non causano guai del genere”.
Il cantante ha infatti spiegato che si tratta di un profondo dolore dell’anima, legato a Stefano D’Orazio: “Purtroppo ultimamente, oltre lo stress, si è aggiunto un dolore profondo, a causa del quale non ho dormito per notti e tutt’ora sono incredulo. Il disagio profondo era e è dovuto a quello che ho visto scritto su un quotidiano dopo il 25 settembre, dopo la serata dedicata al fratello Stefano. Parole che mi hanno ferito”.
Il chitarrista si riferisce a quanto è stato scritti sui giornali circa la sua assenza al concerto in onore di Stefano, e a una frase del collega Facchinetti che in quella occasione aveva detto: “Per me un artista vale poco, anche se è artisticamente grandissimo, se manca dal punto di vista umano“.
Frase che ha fatto nascere un caso, poiché intesa da molti come un attacco a Dodi e alla sua assenza,
Un attacco che ha gettato nello sconforto più nero Dodi.
Il malinteso
Il malinteso ha così creato dissapori tra i due artisti, ma Facchinetti ora ci tiene a precisare: “Ma non ho fatto, né pensato, nomi, proprio perché questo è un mio credo personale. Ma siamo matti?!? Io non mi permetterei mai di offendere un collega, ancora meno un amico, men che meno una persona con cui ho lavorato per decenni; io ho sempre difeso la storia dei Pooh e sempre difeso i Pooh, e come singole persone e come singoli artisti”.