Benno sarebbe affetto da un grave disturbo narcisistico della personalità, oltre che da un disturbo sociale. E’ malato, dunque socialmente pericoloso e per questo dovrebbe essere curato all’interno di una struttura apposita che non può essere il carcere.
Questa è la linea seguita dalla difesa di Benno Neumair, il trenutenne di Bolzano che confessò di aver ucciso i genitori a gennaio dello scorso anno.
Sui disturbi mentali di Benno si è pronunciata la stessa maestra d’elementari del giovane, secondo la quale che Benno fosse affetto da dei disturbi psichici era già evidente sin dalla sua prima infanzia, dal momento che alcuni atteggiamenti del piccolo l’avevano portata a invitare la mamma a consultare uno psicologo.
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La mamma Laura però esternò la sua refrattarietà a ricorrere a psicologi, asserendo che il suo ex marito, psicologo, fosse morto suicida. Portò così Benno da uno “stregone”.
Gli psicologi
Per gli psicologi Giuseppe Sartori e Cristina Scarpazza e per lo psichiatra e neuroscienziato Pietro Pietrini Benno Neuamair soffre di un disturbo della personalità, che si trascina dall’infanzia e che ha subìto un declino a picco.
“Fermiamoci al 3 gennaio 2021, il giorno prima del duplice omicidio. Facciamo finta che Benno Neumair fosse stato portato in ambulatorio. Con una buona prima visita sarebbe venuto fuori tutto e io avrei raccomandato l’inserimento in una comunità o addirittura un ricovero” ha detto Pietro Pietrini.
Si tratterebbe peraltro di un “disturbo permanente: Benno può essere curato ma non guarito. E’ per tali ragioni che il carcere non è per lui la misura adatta.
Benno affetto di crisi di rabbia
Secondo la difesa, a scatenare la rabbia di Benno è stato un litigio col padre, che ha funzionato da “detonatore” nel quadro criminale dell’omicidio.
Nonostante ciò, la ricostruzione presentata dagli avvocati e dai periti della difesa non ha convinto il pm Igor Secco e gli avvocati della parte civile Carlo Bertacchi ed Elena Valenti che ora hanno intenzione di presentare un controesame volto ad accertare e mostrare le contraddizioni su dati oggettivi che sono emersi durante l’istruttoria.