Strage a Belgrado
Spesso, nelle pillole di Ultimedalweb vi raccontiamo delle sparatorie che si verificano negli Stati Uniti a mano di ragazzi molto giovani; l’ultima risale a lunedì 1 di maggio, quando un 19enne del Mississippi ha sparato in una festa di laurea e ha ucciso 2 persone e ferito altre 6. Sono casi che ci colpiscono particolarmente, sia per la ferocia con cui vengono commessi sia per la giovane età di chi miete vite senza motivo. Tuttavia, ci sembrano casi lontani, possibili in altri mondi e in altre culture. Ebbene, non è proprio così. L’episodio che vi raccontiamo oggi lo dimostra.
Ieri, mercoledì 3 di maggio, a Belgrado (Serbia) si è compiuta una strage in una Scuola elementare. Belgrado è una città moderna, giovane, cosmopolita e si trova nel Centro dell’Europa, a qualche centinaio di chilometri dall’Italia. Tuttavia, ieri 9 persone sono decedute dopo che un ragazzo di nemmeno 14 anni, all’ultimo anno di Scuola, ha sparato in maniera intenzionale con un’arma da fuoco. Vi forniamo tutti i dettagli di quello che è accaduto.
Belgrado
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La sparatoria
I fatti sono accaduti nella scuola elementare Vladislav Ribnikar, nel quartiere Vracar, al centro della capitale serba. A compiere il gesto, un ragazzo non ancora 14enne, Kosta Kecmanović. Le vittime sono 8 bambini e il custode della scuola, che avrebbe fatto da scudo con il proprio corpo. Altre 7 persone sono rimaste ferite (6 bambini e una professoressa di storia).
La scuola Vladislav Ribnikar
Kosta è entrato a Scuola alle 8.15 con due pistole, alcuni caricatori e 4 bottiglie molotov nello zaino. Le pistole erano detenute regolarmente dal padre. Un’arma (calibro 9) è stata usata per sparare, mentre gli altri ordigni sono rimasti nascosti. Il ragazzo sarebbe entrato in un’Aula e avrebbe sparato ad una ragazza e alla docente, mentre gli studenti cercavano rifugio sotto i banchi. Poi è uscito e ha continuato la sua folle corsa alla ricerca delle altre vittime. Il custode, sentendo gli spari, sarebbe accorso in aula, cercando di fermare il ragazzo, che lo ha colpito all’addome e al torace. Per lui non c’è stato nulla da fare.
Il capo della polizia Veselin Milić ha dichiarato che l’omicidio era premeditato e che il minorenne aveva un elenco di 25 nomi di compagni di scuola da uccidere. Aveva abbozzato una piantina della scuola, dove aveva segnato la disposizione delle Aule e delle postazioni delle sue vittime. Dopo avere compiuto la strage è stato lo stesso Kosta a chiamare le forze dell’ordine per denunciare l’accaduto.
Chi è l’omicida che non sarà punito?
Kosta Kecmanović è descritto come un ragazzo gentile e assiduo nello studio e non si comprende il movente del suo gesto. Secondo il ministro dell’Istruzione, Branko Ruzic, che ha preso parte alla Conferenza Stampa rilasciata dalle Autorità alle ore 13.15 del 3 maggio, il ragazzo avrebbe denunciato un episodio di bullismo. Tuttavia, i fatti non erano accaduti a scuola, ma durante un corso di recitazione privato.
Kosta frequentava l’ultimo anno della scuola primaria, che in Serbia equivale al ciclo italiano di elementari e medie e dura 8 anni. Tenuto conto che il ragazzo non ha ancora compiuto 14 anni, per la legge serba non è punibile. Secondo il presidente serbo Aleksandar Vučić, il ragazzo “sarà portato nella sezione speciale di una clinica neuropsichiatrica“, dato che i suoi genitori sono in arresto. Al giovanissimo omicida è stato effettuato un prelievo di sangue per determinare se fosse sotto l’effetto di alcol, stupefacenti o altre sostanze quando ha commesso il reato.
L’arresto dei genitori
I genitori di Kosta Kecmanović sono stati arrestati. Per primo è stato portato in carcere il padre, che deteneva le armi con regolare licenza, ma che ha permesso al ragazzo di impossessarsene. Kosta avrebbe accompagnato l’uomo a caccia e per questo motivo avrebbe saputo come sparare. L’uomo ha dichiarato che le pistole erano custodite in una cassaforte chiusa con una combinazione segreta. Che evidentemente così segreta non era se il 14enne è riuscito ad aprirla.
Non si conoscono i motivi per i quali è stata arrestata la madre.
Le reazioni e le condoglianze
Quando sono arrivati i cronisti, fuori dalla scuola c’erano scene apocalittiche: alcuni bambini piangevano disperati; le madri, in preda alla disperazione, urlavano e insultavano l’autore del gesto; altri domandavano ad alta voce com’era possibile che un ragazzo fosse entrato armato a scuola. Presenti erano anche due noti personaggi: il giocatore di basket serbo Duško Savanović, ex giocatore della Dinamo Sassari, e il conduttore televisivo, Zoran Kesić. Entrambi portano i loro figli alla scuola Vladislav Ribnikar.
Duško Savanović
Intanto, il governo del Paese centro europeo ha proclamato tre giorni di lutto nazionale, dal 5 al 7 maggio, in memoria delle nove vittime della strage.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha postato le sue condoglianze su Twitter, così come ha fatto Charles Michelle in rappresentazione dell’Unione Europea. Anche l‘Ambasciatore degli Stati Uniti ha espresso cordoglio