Verso il secondo mandato Von der Leyen: la posizione di Giorgia Meloni

By Iole Di Cristofalo

Secondo mandato Von der Leyen, che cosa sappiamo finora?

Ed ecco l’evoluzione nella maggioranza di leader europei uscita vincitrice dalle elezioni. Dopo giorni di discussioni è stato trovato un accordo informale per un secondo mandato di Ursula von der Leyen. Ricoprirà di nuovo l’incarico di presidente della Commissione Europea. A questo risultato si aggiunge la conferma delle nomine di António Costa, ex primo ministro portoghese, come presidente del Consiglio Europeo, e di Kaja Kallas, premier estone, come Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza.

La maggioranza è composta dal Partito Popolare Europeo (PPE), dal Partito Socialista Europeo (PSE) e dai liberali di Renew. I sei leader coinvolti sono Kyriakos Mitsotakis e Donald Tusk (PPE), Pedro Sánchez e Olaf Scholz (PSE), Emmanuel Macron e Mark Rutte (Renew). L’accordo, solo informale, dovrà essere approvato dal Consiglio Europeo e dal Parlamento Europeo.

Elezioni europee 2024 situazione di voto
Elezioni europee 2024 situazione di voto

Il Giornale. racconta che l’accordo è stato discusso in una videoconferenza tra i negoziatori della “maggioranza Ursula”, inclusi Donald Tusk, Kyriakos Mitsotakis, Pedro Sánchez, Olaf Scholz, Emmanuel Macron e Mark Rutte. I nomi proposti rispettano l’equilibrio di genere, origine geografica e colore politico. Nonostante il successo elettorale, i conservatori restano esclusi.

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Giorgia Meloni, legata ai Conservatori e Riformisti Europei, è stata esclusa dalle trattative. I giornali precisano che la presidente del Consiglio italiano è stata contattata per garantirle un portafoglio importante nella Commissione Europea, ma von der Leyen non tratterà basandosi sul programma del partito Fratelli d’Italia.

Che cosa potrebbe succedere domani 27 giugno. Si potrebbe rompere l’equilibrio Giorgia Meloni Von Der Leyen

Europee 2024

Domani, 27 giugno, Giorgia Meloni secondo diverse previsioni potrebbe astenersi dal voto per la prossima Commissione Europea, segnando una frattura rispetto alla tradizione del consenso unanime in UE. La tensione nasce dall’accordo informale sui nuovi vertici delle istituzioni europee, tra cui la conferma di Ursula von der Leyen.

Meloni, esclusa dalle trattative, ha mostrato la sua rabbia per il mancato rispetto verso l’Italia. Anche se è stata offerta la vicepresidenza a Raffaele Fitto, Meloni resta insoddisfatta e potrebbe opporsi all’accordo, creando tensioni nel Consiglio Europeo. Il sostegno di Meloni è cruciale per Von Der Leyen, ma il mancato appoggio del gruppo ECR potrebbe complicare l’approvazione delle nomine. Inoltre, Meloni ha criticato la mancata inclusione dei conservatori e il rischio di accordi fra i vertici UE che escludano una parte significativa dell’elettorato.

Domani, la posizione di Meloni sarà decisiva e potrebbe influenzare notevolmente l’assetto politico dell’Unione Europea.

Il discorso di Giorgia Meloni alla Camera

Giorgia Meloni ha parlato alla Camera in vista del Consiglio Europeo, sottolineando l’importanza del cambiamento nelle politiche UE richiesto dai cittadini alle recenti elezioni. Ha evidenziato la disaffezione verso l’UE, manifestata anche nell’alta astensione, come un segnale che le istituzioni non possono ignorare. Meloni ha criticato le politiche europee degli ultimi anni, citando i bassi consensi ottenuti dai partiti di governo in diversi Paesi: 16% in Francia, 32% in Germania e 34% in Spagna, contrastati dal 53% in Italia.

Attribuzione:Unione Europea. Giorgia Meloni al Consiglio europeo straordinario, esce di casa. Fonte immagine: Wikimedia
Attribuzione:Unione Europea. Giorgia Meloni al Consiglio europeo straordinario, esce di casa. Fonte immagine: Wikimedia

Ha suggerito la necessità di una delega specifica per la sburocratizzazione, per rendere l’UE più efficiente e attrattiva per le imprese. Sul tema migratorio, Meloni ha ribadito l’importanza di difendere i confini esterni e contrastare il traffico di esseri umani, sostenendo accordi simili a quelli con Egitto e Tunisia. Ha chiesto una politica europea di sicurezza e difesa più integrata, e di rivedere il Green Deal per garantire neutralità tecnologica.

Infine, Meloni ha contestato l’approccio di trattare le nomine dei vertici UE prima delle elezioni, criticando la “conventio ad excludendum” e chiedendo un’Europa più concreta e meno ideologica.

Intanto dall’Emilia Romagna fortemente colpita in questi giorni da nuove alluvioni, giunge questa notizia: il presidente Stefano Bonaccini, dopo essere stato eletto alle Europee, ha annunciato all’Assemblea legislativa regionale che tra due settimane rassegnerà le dimissioni dalla carica che ricopre dal 2014.