L’operazione delle forze dell’ordine, condotta dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza, ha portato all’arresto di 19 esponenti di spicco delle tifoserie ultras di Inter e Milan. Tra gli arrestati Luca Lucci e Renato Bosetti, capi delle curve delle rispettive squadre. Le accuse comprendono associazione per delinquere, estorsione, lesioni e altre attività illecite, con l’aggravante del metodo mafioso. L’inchiesta ha rivelato l’infiltrazione della criminalità organizzata nelle curve delle due squadre, con presunte estorsioni legate ai servizi di ristorazione e alle attività commerciali intorno allo stadio di San Siro.
Le società calcistiche non risultano indagate, ma la giustizia sportiva ha avviato verifiche per valutare eventuali responsabilità sul piano sportivo. Inoltre, è stato avviato un “procedimento di prevenzione” che richiede a Inter e Milan di dimostrare l’interruzione dei rapporti con gli ultras, soprattutto in relazione alla gestione dei biglietti.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, hanno anche evidenziato carenze organizzative nella gestione dei tifosi da parte delle società, come la distribuzione di biglietti a criminali e pressioni per ottenere vantaggi economici. La situazione di illegalità attorno allo stadio è descritta come fuori controllo, con episodi di intimidazioni e violazioni costanti da parte degli ultras. Il caso ha sollevato preoccupazioni sulla commistione tra tifo organizzato e criminalità mafiosa nel contesto calcistico milanese.
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Tra indagati e arrestati, approfondimenti sui nomi e sulle accuse
L’inchiesta ha portato all’arresto di 19 esponenti di spicco delle tifoserie ultras di Inter e Milan, tra cui Luca Lucci e Renato Bosetti. Lucci è il capo della curva milanista, mentre Bosetti è il nuovo capo della curva nord interista, subentrato dopo l’arresto di Andrea Beretta, già incarcerato per l’omicidio di Antonio Bellocco. Tra gli arrestati figura anche Marco Ferdico, appartenente alla curva interista, e Christian Rosiello, noto come il bodyguard di Fedez, coinvolto nel presunto pestaggio di Cristiano Iovino.
Le indagini hanno svelato una rete di estorsioni legate ai servizi di catering nello stadio di San Siro e richieste di “pizzo” agli ambulanti che vendono cibo e bevande fuori dal Meazza. L’alleanza tra le curve ha facilitato traffici illeciti, anche con infiltrazioni della ‘ndrangheta. I clan hanno usato metodi intimidatori per ottenere vantaggi economici, estorcendo denaro da commercianti e operatori.
Sul bodyguard di Fedez
Christian Rosiello, noto come il bodyguard di Fedez, è coinvolto nell’inchiesta insieme al suo socio Islam Hagag . Entrambi sono accusati di associazione per delinquere, violenze da stadio ed estorsioni. La loro posizione si complica ulteriormente a causa di un brutale pestaggio ai danni di Cristiano Iovino, un personal trainer, avvenuto a Milano.
Recentemente, sono emerse intercettazioni che collegano Rosiello a Luca Lucci, capo della Curva Sud del Milano. Le conversazioni rivelano trattative relative alla vendita di una bevanda sponsorizzata da Fedez all’interno dello stadio di San Siro, suggerendo che Rosiello e Lucci abbiano un ruolo cruciale nel controllo delle vendite al Meazza. Inoltre, Fedez ha cercato di stabilire legami con Lucci non solo per motivi commerciali, ma anche per garantire la propria sicurezza.
Nonostante le gravi accuse, Fedez non è sotto indagine, ma la sua associazione con Rosiello e Lucci ha sollevato interrogativi sulla commissione tra il mondo della musica, il tifo organizzatore e le attività illecite. Le indagini continuano, mentre Rosiello e gli altri arrestati affrontano una serie di accuse legate alla criminalità organizzata nel contesto calcistico milanese.
Sulle infiltrazioni dei clan nel calcio, le parole dell’antimafia
Inter e Milan vengono definiti club danneggiati a causa dell’infiltrazione della criminalità organizzata nelle loro curve. Secondo il procuratore antimafia Giovanni Melillo, l’inchiesta ha rivelato i “rischi di infiltrazione” che colpiscono sia il calcio professionistico che quello non professionistico, avvertendo che “bisogna smettere di far finta di niente”. Le società stesse sono state considerate parti offese, in quanto si sono attivate per prevenire illeciti, ma si trovano in una situazione di sudditanza nei confronti degli ultras.
Le indagini hanno coinvolto anche personaggi politici, tra cui il consigliere regionale lombardo Manfredi Palmeri, accusato di corruzione in relazione agli appalti per i parcheggi dello stadio di San Siro. La Procura di Milano ha messo in luce la connessione tra i capi ultras ei clan mafiosi, evidenziando come i capi curva di Inter e Milan sfruttino la loro posizione per esercitare pressioni sulla società.
I recenti arresti hanno rivelato che gli ultras di entrambe le squadre si erano organizzati per ottenere profitti illeciti, compresi atti di estorsione e bagarinaggio. Inoltre, vi sono stati tentativi di ottenere favori dai dirigenti delle società, come la richiesta di biglietti per eventi di alta visibilità. Melillo ha chiarito che l’infiltrazione della criminalità nel calcio rappresenta un fenomeno preoccupante e che è fondamentale affrontare seriamente la questione, per evitare che il mondo del calcio venga ulteriormente compromesso dagli interessi mafiosi.