Davide Ferrerio, 20 anni, non vedeva l’ora di ritornare a casa, in Emilia, per assistere al campionato della sua squadra del cuore. Invece, adesso, è in un letto d’ospedale, in terapia intensiva, dopo essere stato brutalmente assalito da un uomo per ragioni, ad oggi, totalmente ignote.
Il giovane è in terapia intensiva
Giovedì sera un ventiduenne è stato fermato dalla polizia: ha ridotto Davide in fin di vita, prendendolo a pugni e calci. La colpa di Davide? Quella di aver rivolto lo sguardo a una 15enne di cui l’aggressore era invaghito.”Mio figlio quell’uomo non l’aveva mai visto — ha detto la madre di Davide, Giusy Orlando- né Davide aveva mai pensato di avere una storia con quella ragazzina”
E’ una mamma comprensibilmente distrutta dal dolore e amareggiata, che al Corriere della Sera ha raccontato di essere rimasta in quella stanza d’ospedale col figlio tutto il giorno: “Per tutto il tempo gli ho cantato “Le tue ali Bologna”, l’inno dei rossoblù”.
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Davide è un super tifoso, e ora mamma e papà chiedono al Bologna Calcio o alla tifoseria di mandargli un messaggio, una maglietta, uno striscione.
La mamma non si dà pace
“Qui ci veniamo tutti gli anni. A questi posti siamo affezionati. Dopo quello che è accaduto a mio figlio non so se avrò più la forza di ritornarci . Penso a Willy Monteiro: non avrei mai pensato che potesse accaderci qualcosa di simile”, spiega.
Poi si sofferma a chiedersi: “Cosa ha fatto mio figlio per essere ridotto in questo stato?”.
Insieme al ragazzo che ha picchiato Davide, c’erano anche due donne, sue parenti, ora denunciate per favoreggiamento: “Hanno lasciato che picchiasse mio figlio senza intervenire, abbandonandolo sul marciapiede in una pozza di sangue, prima di scappare. Mamma ti voglio bene — mi ha detto mentre entrava nell’ambulanza —Poi ha perso i sensi”.
Crotone è purtroppo diventata scenario di una violenza abituale: “Qui la maggior parte dei reati è a sfondo passionale- ha ammesso il procuratore Giuseppe Capoccia —. E i protagonisti sono sempre i giovani. In questa città si respira un’aria di sottocultura che non è assolutamente facile da combattere“.