Alexei Navalny è morto oggi in carcere a soli 47 anni. La motivazione ufficiale è una trombosi, ma Zelensky punta il dito contro Putin.
Navalny, in salute fino a pochi giorni fa
È stato annunciato che Alexei Navalny, 47 anni, ha perso la vita nella colonia penitenziaria artica dove stava scontando una condanna di 19 anni, secondo le fonti ufficiali russe, dal gennaio 2021. Il comunicato ha precisato che Navalny si è sentito male dopo una passeggiata e a nulla è valso l’intervento di un’ambulanza per la rianimazione. I tentativi sono durati più di 30 minuti.
I paramedici hanno confermato la sua morte, ma le cause del decesso non sono ancora del tutto chiare. La televisione russa Russia Today riporta come responsabilità una trombosi, ovvero un coagulo sanguigno che impedisce il normale flusso sanguigno.
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Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha dichiarato che il presidente Putin è stato informato della morte di Navalny, ma le cause del decesso rimangono sconosciute.
Chi non crede alla morte “naturale”
La madre di Navalny, Lyudmila Ivanovna Navalnaya, ha respinto le condoglianze affermando che suo figlio era in buona salute durante l’ultima visita in carcere il 12 febbraio. “Era vivo, sano, allegro” – queste le parole.
Solo un paio di giorni fa, nel giorno di San Valentino, il dissidente russo aveva postato una foto con sua moglie su X, riportando queste esatte parole: “Tesoro, con te tutto è come in una canzone: tra noi ci sono città, luci di decollo di aeroporti, tempeste di neve blu e migliaia di chilometri. Ma sento che sei vicina ogni secondo e ti amo sempre di più“.
Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato la notizia, dichiarando che l’oppositore sia stato ucciso e il responsabile sia Putin: “Putin uccide sempre. Egli è la personificazione di questa guerra e non si fermerà. Possiamo solo fermarlo insieme“.
La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha criticato l’Occidente per le reazioni immediate e le accuse dirette contro la Russia, sottolineando la mancanza di un esame forense.
Effettivamente molte voci si sono alzate, tra tutte quella di Antony Blinken, segretario di stato USA, che ha detto: “La Russia è responsabile della morte di Navalny. Il sistema di Putin è debole e marcio”.
Molto più diplomatica Giorgia Meloni che ha scritto del cordoglio e della necessità di fare chiarezza.