Morto a 20 anni per delle ustioni alle gambe. Il padre: “Voglio capire come è successo”

By Redazione

Filippo Marzatico è morto lo scorso 8 luglio, all’ospedale di Frattamaggiore a Napoli. Aveva appena 20 anni, ed era arrivato in pronto soccorso a causa delle ustioni riportate usando il barbecue.

A pochi giorni di distanza il padre del ragazzo, ha detto di volere giustizia, e di volere capire come il figlio sia potuto morire nel giro di poche ore per delle banali ustioni.

Voglio giustizia ma soprattutto capire come mai mio figlio è entrato in ospedale camminando ed è uscito in una bara nel giro di poche ore”, dice disperato il padre.

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Chiesta la riesumazione della salma

Così, assistito dagli avvocati Sergio e Angelo Pisani, Giuseppe Marzatico il papà del giovane si è recato dai carabinieri e ora chiede che vengano fatti i dovuti accertamenti, ipotizzando l’omicidio colposo.

Contestualmente ha anche chiesto che la salma venga riesumata, poiché sul coppo non è stata eseguita l’autopsia e il padre ora chiede che invece venga eseguita per chiarire finalmente le cause del decesso.

Il video della sera dell’ustione

La sera prima di morire. Fiippo -noto con il nome di Filip- stava accendendo il barbecue e venne investito dal fuoco a causa di una “fiammata di ritorno”, che ha purtroppo fatto esplodere una bottiglia d’alcol che aveva tra le mani, causandogli ustioni di secondo grado sul 38% del corpo.

Ma “sull’ambulanza c’è salito con le sue gambe-racconta il papà- come dimostra un video recuperato dalla famiglia e consegnato agli inquirenti – avvolto in un accappatoio bianco”.

Il papà sostiene che Filippo fosse dolorante, certamente, ma non in condizioni tali da far presagire un simile esito.

Una volta in ospedale, Filippo è stato sedato, “perché a dire degli operatori sanitari sentiva troppo dolore”, ma poi ecco la tragica telefonata del primario di terapia intensiva che comunicava al papà di Filippo che era stato colto da un attacco cardiaco.

Giunti in ospedale, la dolorosa notizia: “Vostro figlio non ce l’ha fatta”.

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