Martina Rossi morì a soli 20 anni dopo essere precipitata dal balcone di un albergo a Palma di Maiorca, in Spagna, dove si era recata per una vacanza.
Morì nel tentativo disperato di fuggire a uno stupro, e la battaglia legale dei genitori è durata 10 anni, per terminare con la condanna in via definitiva a 3 anni di due coetanei.
Alessandro Alberto è uno dei due condannati in via definitiva per il tentato stupro, stava per essere premiato da Coni: il suo nome figurava infatti nell’elenco delle benemerenze per meriti sportivi da conferire sabato 10 settembre ad Arezzo.
Iscriviti gratuitamente sul canale Telegram, cliccando qui
oppure su Whatsapp, cliccando qui per non perdere tutte le novità
Dopo diverse polemiche e tra lo stupore generale, il Coni ha fatto marcia indietro.
Il Coni si giustifica: “Premio attribuito nel 2020”
Il Coni ha voluto giustificare lo scivolone affermando che in realtà il premio era stato attribuito nel 2020, prima della sentenza definitiva. La cerimonia era stata posticipata a causa della pandemia, di qui quindi la data prevista per questo settembre.
Come ha riportato Il Corriere della Sera, Albertoni non parteciperà all’evento: il Coni gli ha revocato il premio.
I genitori basiti dalla decisione del Coni di premiare lo stupratore della figlia
La famiglia Rossi era rimasta profondamente addolorata e costernata dalla decisione del Coni: “La cosa ha stupito Bruno e Franca, genitori di Martina”, aveva spiegato Luca Fanfanu, legale della famiglia Rossi.
Aggiungendo: “Peraltro Albertoni ha una pena ancora interamente da espiare e nessun segno di resipiscenza in ben 11 anni. Ci chiediamo come si può ricevere una benemerenza da parte niente meno che del Coni per pregressi meriti sportivi. Il tutto alla presenza delle massime autorità locali nella sala dei Grandi della Provincia. Sinceramente non abbiamo parole”.
I fatti
Martina si trovava a Palma di Maiorca con delle amiche, e morì cadendo dal sesto piano dell’hotel nel quale alloggiava. Quella notte, infatti, nella stanza 609 in cui alloggiavano Albertoni e Vanneschi, si consumò un tentativo di stupro, durante il quale la giovane prese la rincorsa per scappare, finendo al di là della ringhiera del balcone e precipitando di sotto.
Inizialmente la vicenda era stata archiviata come suicidio. Poi, però, il tribunale di Arezzo riconobbe entrambi i giovani colpevoli, condannandoli a 3 anni per tentato stupro, infine confermato in via definitiva dalla Cassazione a ottobre scorso.