Moana Pozzi ancora oggi desta curiosità, la sua figura è ormai mitizzata. Eppure a riportarla su un livello terreno è sua madre, Rosanna, che ne ha tante da dire.
Cosa ha detto la mamma di Moana Pozzi?
Rosanna Alloisio è una donna di fede, la donna non amava la carriera di Moana e glielo ripeteva ogni giorno: «Non spogliarti, non li fare quei brutti film”. Ma lei rispondeva: “Mammina, non ti arrabbiare, tanto lo so che mi vuoi bene lo stesso. In fondo non piacciono nemmeno a me”. E rideva, aveva denti bellissimi. “Come sei antica. Anche le statue sono nude. Metteresti il reggiseno pure a Paolina Bonaparte”.
Litigavamo. Le passava subito. “Quelle parole cattive che ti ho detto, dimenticale, non ne pensavo nemmeno una”. Impossibile non amarla. A volte mi chiamava da Los Angeles solo per chiedermi una ricetta. O per dirmi che mi aveva comprato un paio di scarpe a pois, li adoravo. Non devo perdonarla di niente, quello spetta solo a nostro Signore».
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Ha 82 anni la mamma di Moana Pozzi, morta il 15 settembre 1994 a 33 anni. In una lunga intervista al Corriere mette in chiaro diverse cose, per salvaguardare la memoria di sua figlia, ma anche per disseminare le leggende metropolitane che sono nate in seguito alla sua morte. In primis, quella del figlio Simone.
Si dice lo abbia avuto in giovane età ma abbia finto fosse il fratello. In realtà, è la madre a dire che non era suo figlio: «Non ne ha mai voluti. “Si vergognerebbero di me”. Non è nemmeno mio, ma è come se lo fosse, sopravvivo per lui».
I film adult, le preghiere e quel maledetto cancro
Moana Pozzi da bambina era molto tranquilla, frequentò le elementari dalle Orsoline, studiò chitarra classica, cantava bene, faceva tennis e immersioni, prese anche il brevetto da sub. Insomma, una classica ragazzina delle famiglie bene della città. Eppure, a 16 anni il suo corpo cambiò, attirando le attenzioni maschili. 1,78 di donna, con un seno prosperoso e occhi felini che ammaliavano.
A 18 anni decise di studiare recitazione a Roma, fino all’incontro con Schicchi che “la fece entrare in quel mondo orribile“. Il resto è storia, i film hard che l’hanno consacrata star indiscussa del porno, la relazione con Craxi, la parentesi in politica, fino a quando tornò a casa che stava molto male. Vomitava e non mangiava, cosa insolita per una buona forchetta come Moana. I suoi occhi gialli lasciavano premonire un qualcosa al fegato, si pensava potesse essere una epatite, coerente anche con il suo lavoro visto che non usava condom o altre protezioni. Invece era molto peggio, eccolo lì il cancro al fegato che la portò via in soli 7 mesi.
Moana Pozzi era convinta di riuscire a sconfiggerlo: «Quanto ha sofferto, ma era una leonessa. Aveva ripreso peso. Nel letto d’ospedale, mi mostrò le gambe. “Sono tornate com’erano”. Due giorni prima di morire mi chiese di toglierle lo smalto alle mani, per metterne uno trasparente. “Ai piedi lasciami quello fucsia”.
Con l’aiuto di un’infermiera si lavò i capelli, con tubi e flebo attaccati. Parlavamo, ridevamo, ero convinta che si riprendesse. “Appena esco ci trasferiamo in campagna e apro una libreria”. Quando è morta era serena, ancora bella, le ciglia lunghissime. “Non metto nemmeno il mascara”. Sembrava che dormisse».
Chissà se la sua morte prematura è stata quello che è stato per le dive di Hollywood, un accesso per il ricordo eterno. Fatto sta che su di lei aleggiano ancora misteri e leggende. Solo Moana Pozzi avrebbe potuto raccontare la verità, ma ha portato nella tomba tutti i suoi segreti.