Julian Assange tornerà in Australia, perché è stato liberato il fondatore di Wikileas?

By Iole Di Cristofalo

Julian Assange verso l’Australia, la nota di WikiLeaks

Oggi, con Ultimedalweb, torniamo a parlare di Julian Assange. Da ieri ha lasciato il Regno Unito in direzione Australia, dove riabbraccerà i famigliari. L’uomo patteggiando con il dipartimento di giustizia Usa è riuscito ad ottenere la libertà. Così ha lasciato il carcere di Londra dove è stato rinchiuso per cinque anni. L’annuncio arriva anche da Wikileaks, dato dopo la dichiarazione di colpevolezza alla base del patteggiamento con il dipartimento di giustiza americano.

Scrive su X, Wikileaks sulla liberazione del suo fondatore

Ecco le parole su Julian Assange per la giornata di liberazione. “Ha lasciato il carcere di massima sicurezza di Belmarsh la mattina del 24 giugno, dopo avervi trascorso 1901 giorni. Gli è stata concessa la libertà su cauzione dall’Alta corte di Londra ed è stato rilasciato nel pomeriggio all’aeroporto di Stansted, dove si è imbarcato su un aereo ed è partito dal Regno Unito”. Questo messaggio è stato scritto sul canale X di WikiLeask, invece il sito è fermo da molto tempo ormai da molto tempo, troviamo nella sezione news tutte le tappe dell’arresto e del processo fino al 2021.

Come espresso anche nel nostro precedente articolo, la liberazione di Julian Assange è stata richiesta a più voci, anche dall’Italia. Ed è quello che è stato sottolineato da WikiLeaks.

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“Questo è il risultato di una campagna globale che ha coinvolto organizzatori di base, attivisti per la libertà di stampa, legislatori e leader di tutto lo spettro politico, fino alle Nazioni Unite. Ciò ha creato lo spazio per un lungo periodo di negoziati con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che ha portato a un accordo che non è stato ancora formalmente finalizzato”. Assange si legge poi “dopo più di cinque anni in una cella di 2×3 metri, isolato 23 ore al giorno, presto si riunirà alla moglie Stella Assange e ai loro figli, che hanno conosciuto il padre solo da dietro le sbarre”. E così si conclude la nota.

Julian Assange e il compromesso con il dipartimento americano di giustizia

Julian Assange interviene alla protesta di Occupy London
Foto archivio Wikimedia

Julian Assange ha accettato di dichiararsi colpevole di un reato relativo alla violazione di materiale classificato americano, permettendogli di evitare la reclusione negli Stati Uniti e di tornare in Australia.

L’accordo con il Dipartimento di Giustizia USA prevede una condanna a 62 mesi, corrispondenti ai cinque anni già scontati a Londra. Il patteggiamento deve ancora essere approvato da un giudice federale. Assange è accusato di 18 capi di imputazione per la diffusione di documenti top secret, reato che potrebbe comportare fino a 175 anni di prigione, anche se una tale pena è improbabile.

Ha pubblicato documenti militari riservati forniti da Chelsea Manning, mettendo potenzialmente in pericolo fonti riservate. Il presidente Joe Biden ha menzionato un possibile accordo per riportare Assange in Australia, promosso dai dirigenti del governo australiano. Recentemente, un tribunale del Regno Unito ha concesso ad Assange il diritto di fare appello contro l’estradizione negli Stati Uniti.

Le dichiarazioni dello stato australiano e dei famigliari

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Il governo australiano ha dichiarato oggi che il caso di Julian Assange si è “trascinato fin troppo a lungo”, dopo che il fondatore di Wikileaks ha patteggiato con la giustizia USA sull’accusa di aver rivelato informazioni riservate di difesa nazionale. Canberra sta fornendo assistenza consolare ad Assange, ha detto un portavoce del governo australiano. Il primo ministro Anthony Albanese ha sottolineato che “il caso si trascina da troppo tempo e non c’era nulla da guadagnare continuando la sua incarcerazione”.

La madre di Julian Assange ha affermato che il “calvario sta finalmente giungendo al termine” per il fondatore di Wikileaks. In una dichiarazione ai media australiani, Christine Assange ha espresso gratitudine per il fatto che il calvario del figlio “stia finalmente giungendo al termine”, evidenziando l’importanza della diplomazia silenziosa. Ha aggiunto: “Molti hanno sfruttato la situazione di mio figlio per portare avanti i propri programmi, quindi sono grata a quelle persone invisibili e laboriose che hanno messo al primo posto il benessere di Julian. Gli ultimi 14 anni hanno messo a dura prova me come madre”.

Prima di volare verso il territorio americano delle Isole Marianne Settentrionali nel Pacifico, l’aereo con a bordo Julian Assange si fermerà a Bangkok per fare rifornimento, come comunicato da un alto funzionario tailandese. Assange affronterà un giudice come parte di un patteggiamento che dovrebbe ridargli la libertà e la possibilità di tornare nella sua nativa Australia.