Il Sudafrica accusa Israele di genocidio per la guerra nella striscia di Gaza, un conflitto scatenato dal massacro di Hamas del 7 ottobre che ha portato alla morte 23 mila palestinesi.
“Israele ha commesso, sta commentando e rischia di continuare a commettere atti di genocidio contro il popolo palestinese di Gaza“. E con questa affermazione, il Sudafrica porta alla Corte Internazionale di Giustizia un’accusa che deve produrre effetti anche per il futuro. Quindi, il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite è chiamato ad analizzare i fatti di oggi ma anche del passato, questo perché molti attivisti di diritti umani e anche dalla parte della causa palestinese hanno spesso accusato lo stato ebraico di commettere genocidio.
Breaking news: “Questo processo è l’affaire Dreyfus del XXI secolo” secondo l’ex premier israeliano Naftali Bennett. E il portavoce Lior Hayat del ministero degli Esteri israeliano aggiunge che il Sudafrica è braccio giuridico dell’organizzazione terroristica di Hamas.
11 e 12 gennaio: Sudafrica contro Israele nell’accusa di genocidio a Gaza
L’Istanza è stata presentata da Pretoria (capitale amministrativa del Sudafrica) il 29 dicembre scorso. Al Palais de la Paix, Aja, si terranno oggi 11 gennaio, domani 12 gennaio 2024, le due udienze pubbliche in cui si discuterà l’accusa di genocidio. Ci sono state diverse reazioni internazionali, di indignazione, di favore ma anche di tentativo di pacificazione, infatti c’è chi sostiene che Israele debba difendersi e anche chi è a favore di due popoli, due stati.
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Scopriamo chi sono i due avvocati che rappresentano il Sudafrica nell’accusa di genocidio e Israele nella difesa.
John Dugard, 87 anni, rappresenterà legalmente il Sudafrica, primo stato africano a portare Israele nella Corte all’Aja per rispondere di un’offensiva trasformatasi secondo l’accusa in genocidio. Dugard che ha studiato a Cambridge ed è esperto di legge internazionale e diritti umani, è famoso per aver partecipato alla scrittura della costituzione sudafricana dopo l’apartheid. Ed è anche nell’Onu tra i denunciatari delle discriminazioni israeliane nei confronti dei paestinesi, una situazione paragonata all’apartheid in Sudafrica.
Malcom Shaw, invece, è l’avvocato che rappresenta lo Stato ebraico nell’accusa di genocidio, è inglese. Oltre a legge internazionale e diritti umani ha ottenuto un master all’Università Ebraica di Gerusalemme e un dottorato in legge alla Keele University. Nella Corte Internazionale ha rappresentato Emirati Arabi Uniti, Serbia e Camerun.
Il botta e risposto Sudafrica e Israele
Israele respinge l’accusa di genocidio e in più ha firmato la convenzione dell’Onu sul genocidio, la difesa in tribunale serve anche a dare risposte. Si difende: “non siamo noi ad avere perpetrato un genocidio, è Hamas che, se potesse, ucciderebbe tutti i cittadini israeliani”. E il primo ministro Netanyahu in un botta e risposta continuo di questi giorni ha chiarito: “il nostro esercito agisce nel maggior rispetto possibile della morale e delle leggi di guerra”.
Cile e Amnesty International sull’accusa di genocidio e sulle udienze di oggi
Amnesty ha condiviso su X il suo articolo sulla prima udienza all’Aja contro Israele. Questa causa fa emergere la violazione di Israele degli obblighi ai sensi della Convezione Onu sul Genocidio. E contribuisce anche a proteggere i civili palestinesi, obbligherebbe a porre fine alla catastrofe umanitaria nella striscia occupata.
- Amnesty chiarisce che cosa chiede il Sudafrica: “sollecita pertanto la Corte a ordinare “misure provvisorie” per proteggere la popolazione palestinese di Gaza, anche chiedendo a Israele di porre fine immediatamente agli attacchi militari che “costituiscono, o danno origine, a violazioni della Convenzione sul Genocidio” e di annullare i provvedimenti che costituiscono punizioni collettive e trasferimenti forzati di popolazione“.
- Chiarisce anche che non è arrivata a determinare che la situazione a Gaza ammonti ad un genocidio ma ci sono segnali preoccupanti. Ad esempio, il livello alto di morte e distruzione, le dichiarazioni deumanizzanti e razziste nei confronti dei palestinesi da parte di esponenti del governo e dell’esercizio israeliano. In più, Amnesty
- sottolinea l’imposizione di Israele di un assedio illegale contro Gaza.
Vediamo adesso il Cile, il paese latinoamericano ospita una delle più grandi comunità palestinesi al di fuori del mondo arabo. Fa deciso di rivolgersi alla Corte penale internazionale per chiedere un’indagine sull’operato del governo israeliano nella Striscia. L’annuncio è stato fatto dall’ambasciatrice cilena presso l’Onu. La comunità ebraica cilena si è rammaricata degli attacchi avvenuti il 7 ottobre ma ha anche criticato la risposta del Cile, in questo momento deve sostenere la lotta contro il terrorismo islamico.
Stati Uniti: preoccupati per tensioni in Iran e sostenitori. Le richieste di Blinken
Blinken è tra gli esponenti politici che chiedono ad Israele riavvicinamento ai Paesi Arabi e anche apertura della strada verso uno Stato Palestinese.
Il Segretario americano afferma questo dal Cairo, parlando anche del risveglio delle tensioni in Iran e dei suoi sostenitori. Nei giorni scorsi, ha tenuto una vera e propria maratona diplomatica in Medio Oriente e ha lanciato così l’avviso ad Israele. Non viene riconosciuta dalla maggior parte dei Paesi Arabi, questo alimenta i sostenitori di esponenti islamici più radicali e anti occidente.