Israele e Hamas: le nuove questioni che si muovono attorno a Ramadan e ostaggi da liberare

By Iole Di Cristofalo

Guerra striscia di Gaza, Hamas, Israele, Ramadan e marcia verso Gerusalemme: la sintesi di oggi

Il Ramadan è una festa importante per i musulmani, è il momento vissuto tra digiuno e preghiera ed è importante anche per tantissimi palestinesi. Entra come argomento forte nel conflitto. Gli Stati Uniti hanno fatto richieste specifiche ad Israele ma lo stato anche sulla concessione di un cessate il fuoco religioso chiede in cambio degli ostaggi. Le mediazioni non vanno a buon fine.

Anche Hamas si dichiara aperta a trattative e per un cessate il fuoco momentaneo, ai palestinesi sostenitori del gruppo ha mandato dei messaggi sul come vivere la giornata del Ramadam. E non sono richieste da poco perché, intanto, famiglie israeliane hanno iniziato la loro marcia dal confine di Gaza a Israele per chiedere la liberazione degli ostaggi. Hamas, tra le ultime notizie ha anche rifiutato un accordo. Ecco di seguito le notizie nel dettaglio.

Hamas Israele ultime notizie

Hamas: il discorso a Beirut di Ismail Haniyeh. Aperto ad accordi ma li rifiuta anche

Ismail Haniyeh è il capo di Hamas e ha tenuto un discorso televisivo a Beirut che ha avuto risonanza anche sui media internazionali come sta capitando da diverso tempo. Il gruppo, e lo sappiamo già ma si arriva alla fine ad un nulla di fatto, è aperto a dei colloqui, vuole arrivare ad un potenziale accordo per il cessate il fuoco temporaneo utile al rilascio degli ostaggi.

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Non richieste facili, di fatto il movimento che ha costruito un tunnel sotterraneo per preparare l’attacco del 7 ottobre, ha dichiarato di essere disposto anche ad una lotta continua e più cruenta. Infatti, ha invitato ad intensificare gli attacchi all’asse della resistenza. Ci sono nuove notizie anche in Egitto, preoccupato di questa escalation ma con all’interno fonti e posizioni vicine ad Hamas.

Dal network egiziano al Quds si parla di un nuovo accordo preliminare, domenica prossima potrebbe essere annunciato un nuovo cessate il fuoco ma tutto dipende dalle intese che si svilupperanno. “I dettagli sono ancora un ostacolo”, Netanyahu non ammorbidisce le sue posizioni nemmeno per il ramadan che però non può ignorare.

Un appello ai palestinesi per il giorno del digiuno e un accordo rifiutato secondo Israele

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Ecco quanto riporta Reuters, Hamas Ismail ha fatto appello ai palestinesi di Gerusalemme e Cisgiordania di marciare verso la Spianata delle moschee a Gerusalemme nel primo giorno di Ramadan che sarà il 10/11 marzo. Situazione complicatissima, perché verso Gerusalemme stanno marciando anche famiglie e persone israeliane per chiedere la liberazione degli ostaggi, marcia che parte dalla linea di Gaza.

La radio militare israeliana intanto riferisce che Hamas ha anche rifiutato degli accordi e riguarderebbero proprio un cessate il fioco di 40 giorni per il periodo del Ramadan. E’ stata chiesta la liberazione di 40 ostaggi israeliani in cambio di 400 detenuti palestinesi.

Distanza ancora ampia secondo Basem Naim, ci sono molti punti da discutere con i mediatori. Non vanno ancora bene le proposte elaborate anche da Parigi, le richieste di Biden non vengono ascoltate. Intanto, la marcia dal confine di Gaza parte da Reim, è dedicata a oltre 130 ostaggi israeliani. Il corteo si concluderà sabato prossimo e passerà nel luoghi dell’attacco di Hamas.

Gerusalemme, città simbolo di incontro di molte religioni. Sono lontani i giorni di Pasqua

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Il conflitto di Gaza non deve acutizzarsi sulle differenze religiose, questa sicuramente è una delle preoccupazioni degli Stati Uniti che devono anche affrontare il nodo Iran. Tra le ultime notizie, l’esortazione a consentire ai musulmani di pregare nel complesso della moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme durante il Ramadan, dopo che un ministro di estrema destra ha proposto di vietare ai palestinesi della Cisgiordania occupata di pregare lì.

Sul rischio di uno scontro tra religioni, è importante anche questo ultimo evento. Il ministro della difesa israeliano, Yoav Gallant, ha lanciato un appello di reclutamento contro gli ebrei ortodossi.

“Ci troviamo in una guerra di un genere che non avevamo conosciuto per 75 anni e ciò richiede decisioni che finora non avevamo preso”. “Israele è lo Stato del popolo ebraico, e la Torah ci ha protetti nei 2000 anni di esilio. Apprezziamo quanti la studiano. Ma senza l’esistenza fisica, non c’è esistenza spirituale. Tutte le componenti del popolo devono dare ora il loro contributo. Dobbiamo concordare il reclutamento nel pubblico ortodosso, in numeri crescenti”.

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