Carles Puigdemont sale sul palco a Barcellona
Carles Puigdemont, ex governatore della Catalogna, è tornato a Barcellona sfidando il mandato spagnolo, attirando l’attenzione dei media. Il suo ritorno è stato sostenuto da politici indipendentisti, rafforzando la sua causa. Puigdemont ha raggiunto un palco allestito a poche centinaia di metri dal Parlamento regionale, dove è stato accolto da un gruppo di sostenitori. Questo gesto segna un momento significativo nella lotta indipendentista catalana, riportando Puigdemont al centro della scena politica, dopo anni di esilio e tensioni con Madrid.
Carles Puigdemont, che cosa ha detto?
La fuga di Carles Puigdemont, iniziata nel 2017 per la causa indipendentista, lo ha riportato oggi a Barcellona, dove ha ribadito i suoi ideali. “Sono qui per ricordare che siamo ancora qui, non abbiamo il diritto di rinunciare, perché il diritto all’autodeterminazione appartiene ai popoli“, ha dichiarato al pubblico. Un corteo di manifestanti ha accompagnato l’ex presidente verso il Parlamento regionale nel giorno dell’investitura del nuovo governatore, il tutto ripreso dalla tv pubblica spagnola, Rtve. Nonostante il rischio di un arresto immediato dovuto al mandato di cattura nazionale, Puigdemont è riuscito a raggiungere il palco, e sono in corso indagini per identificare chi lo ha aiutato nel suo rientro e nella sua presenza a Barcellona.
Carles Puigdemont da sette anni vive in Belgio, sul ritorno in Spagna ecco che cosa ha detto
Carles Puigdemont, in esilio in Belgio dal 2017, è riapparso oggi in Spagna, parlando all’Arco di Trionfo di Barcellona. “Da sette anni ci perseguitano per aver voluto ascoltare la voce del popolo catalano, da sette anni è iniziata una durissima repressione”, ha dichiarato. La polizia catalana, i Mossos d’Esquadra, ha attivato un dispositivo per intercettarlo, ma Puigdemont è riuscito a eludere le autorità, forse con l’aiuto di un agente arrestato successivamente. I simpatizzanti lo hanno accolto alle 9 del mattino, poco distante dal Parlamento regionale, dove alle 10 è iniziata la seduta d’investitura del nuovo governatore. La polizia lo cerca in tutta la Catalogna, mentre i media, tra cui El País e l’Efe, seguono attentamente gli sviluppi.
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Che cosa è successo nel 2017 e come si è difeso Carles Puigdemont dall’arresto in questi anni?
Nel 2017, Carles Puigdemont organizzò un referendum sull’indipendenza catalana nonostante l’opposizione del governo spagnolo. Il referendum, ritenuto illegale da Madrid, si svolse tra tensioni e scontri con la polizia. Dopo la dichiarazione unilaterale d’indipendenza della Catalogna, il governo spagnolo applicò l’articolo 155 della Costituzione, destituendo Puigdemont e commissariando la regione. Per evitare l’arresto, Puigdemont si rifugiò in Belgio, dove trascorse gli anni successivi in esilio. Grazie a decisioni giuridiche favorevoli in vari paesi europei, incluso il caso significativo dell’Italia, riuscì a evitare l’estradizione.
Nel settembre del 2021, Puigdemont fu nuovamente arrestato, questa volta all’aeroporto di Fertilia ad Alghero, in Sardegna. Il 23 settembre, mentre si recava nella città sarda per partecipare al festival internazionale della cultura catalana, fu fermato dalle autorità italiane. L’evento, che vedeva la partecipazione del governatore sardo Christian Solinas, avrebbe dovuto celebrare i legami storici e culturali tra la Sardegna e la Catalogna. Tuttavia, l’arresto di Puigdemont lo portò nel carcere di Sassari, situato a pochi chilometri da Alghero.
La detenzione durò solo un giorno: il 24 settembre, fu scarcerato e il 4 ottobre 2021, la Corte d’appello di Sassari sospese l’esecutività del mandato d’arresto europeo sul territorio italiano, accogliendo le richieste sia della procura generale della Repubblica di Sassari sia della difesa. Questa decisione rimandò ulteriori azioni legali in attesa della definizione del procedimento relativo all’immunità parlamentare di Puigdemont.
Nonostante questi ostacoli, Puigdemont riuscì a mantenere un ruolo politico attivo, diventando anche eurodeputato. Nel 2024, è tornato in Spagna, accolto da migliaia di sostenitori a Barcellona, continuando a essere una figura simbolica e influente nel movimento indipendentista catalano.