Le sostanze radioattive rilasciate dagli impianti di Zaporizhzhya rimangono in Ucraina e nella zona di confine russa
Di nuovo, parlando di Zaporizhzhya, si deve tener conto della paura concreta del rilascio di sostanze radioattive, questa volta per colpa di attacchi droni. Le centrali colpite sono sotto il controllo russo e dal 2022 c’è la paura di un disastro nucleare a causa del conflitto. In Europa, la paura di nubi radioattive riporta alla memoria dell’incidente di Chernobyl.
Questa preoccupazione è ben fondata, considerando i rischi di dispersione delle sostanze radioattive in caso di danneggiamento delle strutture critiche delle centrali. In questo contesto, è fondamentale esaminare attentamente quali siano le possibili conseguenze di un eventuale rilascio di materiale radioattivo nell’ambiente circostante e quali siano le misure preventive messe in atto per mitigare tali rischi.
Allora, nel 2023, ma anche nel 2022 (anno da cui parte il controllo russo nonostante all’interno continui a lavorare personale ucraino), si pensò subito a quali rischi correva l’Italia, gli esperti risposero subito e oggi abbiamo anche le simulazioni.
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Rischio sostanze radioattive nel 2023, la distanza dell’Italia dall’Ucraina mitiga il pericolo ma i tecnici sono sempre in allerta
Fanpage intervistò nel 2023 l’ingegnere Fabrizio Trenta, responsabile della Sezione Centrali Nucleari e Protezione Fisica dell’ISIN (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione), un’istituzione di rilievo che, in seguito all’ultimo incidente, ha condotto simulazioni per valutare i potenziali rischi. Sebbene attualmente il pericolo sembri essere circoscritto all’Ucraina, è necessario approfondire questa situazione.
L’intervista a Trenta è avvenuta in seguito al danneggiamento della diga di Kakhovka, evento collegato al rischio di sicurezza per la centrale nucleare di Zaporizhzhya. L’IAEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, ha dichiarato ufficialmente che “eventuali incidenti, anche gravi come quello avvenuto a Chernobyl, avrebbero ricadute significative soprattutto in Ucraina e nei paesi limitrofi”.
È importante considerare le distanze e le condizioni meteorologiche, come la presenza di venti o correnti molto forti, quando si valutano i rischi legati alle emissioni di sostanze radioattive. L’esperto ha sottolineato che in Italia, date le distanze in gioco, le conseguenze di una contaminazione dei territori causata dalla propagazione di una nube radioattiva sarebbero probabilmente meno gravi. Tuttavia, sono state effettuate proiezioni anche in questo caso.
Che cosa è successo oggi, 8 aprile 2024?
Domenica, tre attacchi imprudenti hanno colpito le principali strutture di contenimento dei reattori della centrale nucleare, suscitando l’allarme del direttore generale dell’AIEA, Rafael Grossi. Questo raid è stato definito una grave violazione dei principi fondamentali per la protezione della più grande centrale nucleare d’Europa. Un drone è stato abbattuto sul tetto del reattore numero 6, causando feriti. Le tensioni tra Cremlino e Ucraina aumentano, con accuse reciproche di fake news e provocazioni. Le preoccupazioni crescono per l’escalation, soprattutto a Zaporizhzhya, una zona particolarmente delicata a causa della presenza di diverse aree a rischio di disastro nucleare.
Simulazione e analisi rischio per l’emissione di sostanze radioattive.
Con simulazioni e analisi tecnica, l’ISIN avvisa che attualmente la potenziale nube radioattiva rilasciata dagli impianti di Zaporizhzhya rimarrebbe confinata al territorio ucraino, raggiungendo la linea di confine con la Federazione Russa. Secondo le simulazioni condotte, si ipotizza che la nube si sposterebbe entro circa 24 ore dall’incidente, con un’ora simulata di partenza alle 12. Le aree colpite includerebbero le regioni ucraine di Zaporizhzhya, Kherson, Mykolaiv e, parzialmente, Odessa e Kirovohrad. Successivamente, la nube si dirigerebbe verso nord-nordest, coinvolgendo le regioni di Poltava, Dnipropetrovsk, Kharkiv e, in misura molto limitata, Sumy.
Gli esperti dell’Agenzia presenti sul sito dell’incidente hanno valutato l’impatto fisico delle detonazioni, con un edificio reattore specificamente colpito, prendendo di mira le apparecchiature di sorveglianza e comunicazione, in particolare nell’Unità 6. Al momento, non ci sono segnalazioni di danni alla sicurezza nucleare del sito, come riportato nel comunicato ufficiale dell’8 aprile.