Vladimir Putin e il controllo russo sui fronti di guerra e nelle elezioni politiche di altri paesi: che cosa racconta l’Intelligence?
Le elezioni regionali della Sardegna, con l’occhio alla corsa elettorale per le europee. Le frasi urlate di Trump in preparazione delle prossime elezioni presidenziali.
E la Russia, nell’azione di Vladimir Putin violenta anche con gli esponenti politici interni, che tenta di influenzare i processi elettorali a proprio vantaggio e lo fa con tutti i mezzi che ha a disposizione e in ogni campo politico e sociale. La giornata di oggi, sul fronte internazionale offre molte novità e chiavi di lettura, partiamo dai fatti che racconteremo in questo articolo.
Partiamo da qui. La relazione annuale dell’intelligence evidenzia il ruolo predominante della Russia nelle campagne ibride dannose per l’Italia e l’Occidente.
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Vladimir Putin, Mosca: “interferenze e condizionamenti dei processi elettorali attraverso la minaccia ibrida“
“Nel 2024 76 Paesi del mondo, pari alla metà della popolazione mondiale, andranno al voto e ci sono rischi di interferenze e condizionamenti dei processi elettorali attraverso la minaccia ibrida“. Questo è il quadro descritto dal direttore del Dis (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza), Elisabetta Belloni.
Mosca, influenzata dalle strategie politiche internazionali di Vladimir Putin, approfitta di alcuni punti deboli interni alle situazioni economiche o territoriali, per l’Italia si riesce a sfruttare anche l’indecisione politica nel gestire la situazione migratoria. E la disinformazione rientra tra gli strumenti per entrare nelle campagne elettorali, o meglio tra gli elettori.
Attraverso spionaggio, attacchi cyber, e disinformazione, si legge in diverse fonti, Putin con la sua classe di sostenitori, cerca di destabilizzare l’Occidente e ostacolare gli sforzi italiani ed europei verso la diversificazione energetica. Si prevede un aumento delle campagne disinformative in vista delle elezioni europee, della presidenza italiana del G7 e dell’uscita dalla Via della Seta.
Che cosa si cerca dall’Italia soprattutto sul fronte di guerra e nel Mediterraneo?
Anche il sostegno occidentale all’Ucraina è stato rilevato, con un notevole calo nel 2023 rispetto agli anni precedenti. Inoltre, si segnala l’aumento del supporto a Mosca da parte di attori terzi come Cina, Iran e Corea del Nord.
L’Italia rimane un potenziale bersaglio, vista la sua centralità nel mondo cristiano e il suo impegno anti-Daesh. La relazione sottolinea anche l’attenzione sugli “foreign fighters” connessi all’Italia e la risorgente propaganda jihadista legata al conflitto israelo-palestinese. Analizziamo meglio questo punto sulle parole dell’Intelligence.
Lorenzo Guerini, ex ministro della Difesa) e direttore di Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna), ha dichiarato che non c’è collegamento diretto tra guerra in Ucraina e guerra in Medioriente, anche se corrono preoccupazioni nelle acque del Mar Rosso e il risveglio delle tensioni in Iran.
Secondo Guerini, “non si esclude che la destabilizzazione nata dalla guerra in Ucraina abbia consentito il proliferare un terreno idoneo all’attacco di Hamas”. A seguito della liberazione di tre italiani in Mali, l’ex ministro della difesa ha anche detto che è importante continuare ad occuparsi dell’Africa, altrimenti “sarà lei a occuparsi di noi”.
Oleg Orlov, l’altro dissidente arrestato e poco conosciuto
Mentre si attendono i funerali di Navalny e si ascoltano le accuse contro Putin di vedova e madre dell’oppositore russo, l’attenzione deve ricadere su un altro dissidente incarcerato. Oleg Petrovi Orlov, classe 1953, biologo, politico russo, attivista dei diritti umani e Nobel per la pace 2022 per le attività del Board of Human Rights Center Memorial.
Il tribunale di Mosca ha condannato Oleg Orlov a due anni e mezzo di carcere per aver denunciato l’aggressione russa all’Ucraina. L’accusa riguarda il “discredito” dell’esercito russo, secondo una legge che limita le critiche all’invasione russa dell’Ucraina. Orlov ha difeso le sue azioni, definendo il regime russo “fascista” e “totalitario”.
L’Unione Europea e la Francia hanno condannato la sentenza, definendola politicamente motivata e chiedendo il rilascio immediato di Orlov e di altri prigionieri politici. La Francia ha elogiato l’associazione Memorial e ha esortato la Russia a rispettare i diritti umani e la libertà di espressione.