Guerra nel Mar Rosso: per la prima volta si affrontano i danni ambientali irreversibili

By Iole Di Cristofalo

Mar Rosso e scontro con gli Houthi, finora nessuno parlava del rischio ambientale che adesso è realtà

Finalmente, associata alla guerra contro le navi scatenata dagli Houthi, si parla di pericolo di disastro ambientale nel Mar Rosso. Purtroppo dalla teoria si passa alla realtà perché una nave è stata colpita nel Golfo di Aden e sta rilasciando petrolio in mare, tra l’altro è piena di fertilizzanti.

Il continuo traffico di navi del Mar Rosso hanno sempre portato Onu e organizzazioni a considerare diversi tipi di rischi ambientali nella striscia di mare condivisa da diversi paesi. La guerra scatenata dagli Houthi dello Yemen crea una nuova situazione ma rende tangibile la realtà di un potenziale riversamento di materiale e anche le conseguenze dell’uso di armi contro le imbarcazioni.

Houthi Mar Rosso
Fonte: lapresse

Dal Mar Rosso al Golfo di Aden

Gli Houthi per motivi nazionalistici, religiosi e per appoggio all’Iran, sta sequestrando e lanciando missili contro navi mercantili e militari ritenute nemiche e pro Israele o Stati Uniti. Nessun paese è escluso dal rischio di vedere una propria imbarcazione commerciale, civile o militare sequestrata o colpita.

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Sul Mar Rossi ci si era concentrati solo sull’aspetto strategico commerciale e di collegamento. Uscendo dal Mar Rosso tramite lo stretto Bab El Mandeb si è nel golfo che bagna Yemen e Somalia e poi si naviga nell’Oceano Indiano e nel mar arabo che bagna l’Oman.

Tolti gli Houthi, è riconosciuta come area di pericolo, le acque sono frequentate da pirati e terroristi. Adesso c’è una vera e propria guerra, quindi situazione diversa, però finora non si era mai affrontato il rischio di disastro ambientale ma solo quello economico, soprattutto nel Mar Rosso caratterizzato da fondali con barriere coralline e specie migratorie come le tartarughe. Raccontiamo nel dettaglio gli ultimi fatti.

Mar Rosso, colpita la nave Rubymar

Rubymar è una nave mercantile del Belize ma registrata nel Regno Unito. Mentre si trovava nel golfo di Aden viene colpita da dei missili. L’imbarcazione trasporto ben 40mila tonnellate di fertilizzanti e dallo scorso 18 febbraio è ancora in acqua. Sta rilasciando una scia di petrolio che ha raggiunto i 28 chilometri di raggio, la nave è stata abbandonata dall’equipaggio.

Una nave in balia di se stessa, leggendo le diverse fonti. Infatti, l’imbarcazione dovrebbe essere gestita da un operatore con sede in Libano ma ufficialmente risulta non coperta da assicurazioni nemmeno quelle marittime di Londra.

L’Us Central Command mostra le foto della chiazza di petrolio rilasciata, non lineare e a curve, il materiale non opportunamente prelevato man mano verrà assorbito dall’acqua. “La nave è ancorata ma imbarca lentamente acqua. L’attacco immotivato e sconsiderato da parte dei terroristi Houthi sostenuti dall’Iran ha causato danni significativi alla nave, provocando una marea nera di 18 miglia. La M/V Rubymar trasportava oltre 41.000 tonnellate di fertilizzanti quando è stata attaccata, il che potrebbe riversarsi nel Mar Rosso e peggiorare il disastro ambientale“.

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La minaccia di intensificare gli attacchi sottomarini nel Mar Rosso

Gli Houthi a seguito dell’attacco della nave Rubymar hanno ribadito che tra Golfo di Aden e Mar Arabico non sono ammesse navi di proprietà di individui o entità statunitensi e britannici, questo anche a seguito delle operazioni di difesa congiunte per liberare l’area del Mar Rosso dal gruppo terroristico e riportarlo a navigabilità internazionale. Gli Houthi hanno minacciato di intensificare l’uso di armi sottomarine. L’incremento dei trasporti è adesso sul confine Africa, le navi per non passare nello stretto circumnavigano il continente.

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