Storie Controverse: droga, amore e morte Amy Winehouse e Blake Fielder

By Luana Pacia

In questo nuovo capitolo di Storie Controverse, parleremo di una delle voci più belle della musica, distrutta dalle droghe e dal suo amore tossico: Amy Winehouse e Blake Fielder.

Storie Controverse: la nascita di una star

Una calda voce blues, come ne nasce una su un milione, e quello straordinario modo di cantare che si attacca alla pelle e fa drizzare tutti i peli. Amy Winehouse muove piccoli passi, diventando una star di nicchia molto apprezzata nel suo giro minuscolo. Aveva un’attrazione malsana per gli amori impossibili, parlava di Chris agli inizi, un ragazzo per cui aveva sviluppato una vera e proprio ossessione. Ed era da queste relazioni tossiche che traeva linfa vitale per scrivere canzoni che parlavano di perdita, rottura, depressione. La cosa funzionava. Tanto da permetterle di comprarsi un piccolo appartamento in un quartiere malfamato di Londra. C’erano punk e spacciatori, perfetto per lo stile di vita alternativo di Amy.

C’è giù qualcosa di malsano nella mente di Amy Winehouse: ha problemi alimentari, è bulimica, guarda al cibo con ossessione, allo stesso livello delle sue storie d’amore malate. Ogni tanto cade anche nell’autolesionismo, eppure non darà mai la colpa a nessun tipo di abuso, piuttosto alla lontananza del padre da piccola.

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L’incontro con Blake Fielder

Una sera a Camden Town incontra un bel ragazzo tatuato, non è ancora famosissima, però i londinesi sanno di trovarsi di fronte a un astro nascente. Non sorprende quindi che quel ragazzo non si lascerà scappare l’occasione di “corteggiarla”, se così vogliamo dire. I due finiranno col passare la notte insieme, anche se entrambi ufficialmente impegnati con altre persone. Ed è così che inizia la storia con Blake Fielder.

Per Blake era “un incontro di persone cattive” e aveva un’affinità mentale talmente alta con lei, da passare insieme tutte le estati, mentre lei lavorava al nuovo album. Si tagliavano insieme, si ubriacavano, facevano l’amore. Fino a quando, sei mesi dopo, Blake tronca perché non vuole lasciare la sua ragazza. È l’inizio della fine. Chi ha tendenze ossessive, sa quanto possa essere “triggerante” una rottura.

Amy comincia a pensare a lui ancora di più, massimizzando il proprio malessere. Mangia ancor meno (“anche aprire la porta del frigorifero mi ricorda lui“), lo bombarderà di messaggi chiedendogli di ritornare con lei, controllerà ogni suo passo. Al petto ha un tatuaggio con il nome di Blake, lui ne ha uno con il nome di Amy. Non può finire così.

Ma Blake la rifiuta così tante volte che lei finisce a letto con il suo migliore amico. Vuole toglierselo dalla testa, ferirlo, metterci una croce sopra. Tutto inutile. Cominciò col farsi di speed e beveva talmente tanti alcolici da essere costantemente ubriaca. Gli amici la ritrovarono con la testa fracassata a terra, un giorno; era caduta da sola e aveva sbattuto la testa. La casa, un caos totale.

Stava lavorando all’album Back to Black, quella pietra miliare di cui nessuno sospettava. L’etichetta discografica voleva mandarla in riabilitazione, ma così non avrebbe ultimato il disco. Quindi, aspettavano e minimizzavano, e intanto la dipendenza di Amy cresceva.

Quando uscì Rehab fu la fine. Lei che aveva sempre detto di non voler diventare troppo famosa, lo divenne a livelli planetari. “Non riuscirei a gestire il successo” – disse in tempi non sospetti. Una sorta di predizione…

Ed è in quel periodo che ritorna Blake e lei si aggrappa a lui come se non esistesse null’altro. Il 18 maggio 2007 si sposarono.

La droga, i paparazzi, la morte

Il ritorno di Blake fu ancora peggiore, Amy aveva talmente tanta paura di perderlo che decise di farsi di qualsiasi cosa si facesse lui. Entrano in scena il crack, la cocaina, l’eroina. Blake Fielder ha sempre detto di non averla iniziata lui a questo mondo, eppure il corpo di Amy Winehouse cominciò a cambiare proprio nel periodo in cui i due stavano insieme. Sempre più magra, sempre più emaciata, sovente i paparazzi li riprendevano con tagli e ferite, nasi sporchi di bianco, graffi e trucchi colati come post-litigata.

amy winehouse e black fielder

Gli amici vengono chiamati nel cuore della notte perché o l’uno o l’altro è in overdose. Si salveranno sempre, ma i medici dicono ad Amy che è troppo magra e debole per continuare così e deve darsi una calmata. Nel loro culmine della tossicodipendenza, l’etichetta discografica e il padre cercano di mandarli in riabilitazione, ma dopo 3 giorni sono di nuovo in un’infima stanza d’albergo a farsi di qualsiasi cosa gli capiti sotto mano.

Dopo 4 mesi di matrimonio, Blake venne arrestato per una denuncia a suo carico. I paparazzi furono ancora più crudeli, tempestandola di fotografie nei momenti più bui, fino a quando lei disse basta. Ammise che la storia con Blake Fielder era solo un rapporto di droga, andò in rehab e si mise con un altro uomo. Quando Blake lo seppe chiede il divorzio per adulterio e una consistente somma di denaro che non gli venne mai data. Arrivò anche a denunciare i genitori di Amy Winehouse, dopo 8 anni dalla sua morte, chiedendo un milione di euro. Per fortuna nessun giudice glieli accordò. Al momento di lui si sa poco, è solo un uomo di 38 anni devastato dagli abusi.

Nella spirale di dipendenza in cui era entrata, Amy non riuscirà mai davvero a uscirne, venendo stroncata nel 2011 da intossicazione alcolica ed entrando nel Club 27, il gruppo di artisti morti tragicamente a 27 anni.

Di lei ci resteranno i pezzi struggenti e quella nota malinconica con cui cantava l’amore, perché “Love is a losing game”. L’amore è un gioco a perdere.

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