Catania, aggressione per vendetta
Si ripetono le aggressioni ai danni dei cittadini nel capoluogo siciliano. L’ultima volta che vi avevamo raccontato di omicidi per vendetta, ci riferivamo all’infermiere che uccideva i pazienti, perché frustrato per essere stato trasferito di reparto. Martedì 28 marzo apprendevamo del tentato omicidio a Scordia di un uomo di 50 anni da parte di due fratelli, di 47 e 45 anni, suoi vicini di casa. I presunti omicidi hanno sferrato 18 coltellate al 50enne per vecchi rancori. Il 16 marzo un 20enne è stato pestato a sangue ad Adrano. I presunti autori del brutale gesto sono stati arrestati. Secondo gli inquirenti, lo avrebbero fatto per ” un regolamento di conti a seguito di una rissa avvenuta pochi giorni prima“.
Oggi vi raccontiamo di un’altra aggressione nel capoluogo ai danni di una donna, sempre per una sospetta vendetta. Vediamo di cosa si tratta.
L’aggressione alla donna in zona stazione
Una donna si trovava in zona stazione ferroviaria di Catania, quando una macchina si è avvicinata e,un uomo, a bordo dell’automobile, ha urlato “Giarrizzo” mentre le lanciava del solvente in volto. La vittima ha sentito un bruciore intenso e si è fatta accompagnare subito in Pronto Soccorso. I medici le hanno riscontrato un arrossamento al viso, che potrebbe guarire in sette giorni. Considerati i dettagli raccontati dalla vittima in merito all’aggressione, il personale del centro medico ha avvisato le forze dell’ordine per denunciare i fatti.
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Giarrizzo, il nome che ha accompagnato (provocato) l’aggressione
Quando gli agenti della squadra mobile della Questura hanno interrogato la vittima, la donna ha raccontato di avere frequentato in passato il boss di Adrano Salvatore Giarrizzo, poi diventato un collaboratore di giustizia. Al momento gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi. L’aggressione potrebbe considerarsi un atto intimidatorio. Tuttavia, le indagini sono ancora agli inizi; ora i poliziotti dovranno indagare sul passato e presente della donna e cercare il movente e i responsabili dell’aggressione.
Chi è Salvatore Giarrizzo?
Giarrizzo è stato un elemento di spicco del clan mafioso Scalisi di Adrano. Salvatore Giarrizzo è stato arrestato nel 2020 nell’ambito dell’operazione antidroga soprannominata “The King”. Da quando ha deciso di collaborare con la giustizia ha riempito pagine di verbali, facendo rivelazioni sulle cosche di Adrano, ma anche di famiglie mafiose catanesi, come Cappello, Mazzei e Laudani. il pentito non si è fatto scrupoli a fare nomi e cognomi, anche di chi si trova al comando. Sicramente questa scelta non è piaciuta agli ambienti climinali catanesi.
Le vendette pregresse nei confronti di Giarrizzo
Prima dell’aggressione della donna con l’acido, si è registrato il 17 di febbraio del 2021 l’incendio di un camion che vendeva panini; il veicolo era utilizzato da un familiare del pentito. Alcune intercetazioni risalenti a marzo del 2021 , nell’ambito dell’operazione Triade, avevano palesato progetti di vendetta della cosca nei confronti di Giarrizzo e dei suoi familiari. Le indagini svolte dalla squadra mobile di Catania e dal commissariato di Adrano fecero emergere un grande “disappunto tra gli affiliati al clan Scalisi” per la collaborazione di Giarrizzo con la giustizia. Tale “disappunto” avrebbe in seguito progettato “atti intimidatori” finalizzati a fargli ritrattare le dichiarazioni rese nei confronti dei grupppi mafiosi.
Altri noti casi di “vendetta”
I casi di rappresaglie nei confronti di collaboratori di giustizia (ex mafiosi) e delle loro famiglie sono numerosi. L’archivio antimafia propone un lungo elenco di vittime innocenti che hanno pagato per colpe non loro. Il 21 di marzo, in commemorazione della giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime della mafia, Sergio Mattarella ha affermato in un intervento a Casal del Principe: “La mafia è violenza ma, anzitutto, è viltà. I mafiosi non hanno nessun senso dell’onore né coraggio. Si presentano forti con i deboli. Uccidono persone disarmate, organizzano attentati indiscriminati, non si fermano davanti a donne e a bambini. Si nascondono nell’oscurità”.