Omicidio La Duca: le deliranti intercettazioni dei due amanti

By Redazione

Carlo La Duca è scomparso nel nulla 3 anni fa, e le indagini hanno recentemente portato all’arresto del suo migliore amico e della moglie, che avevano una relazione clandestina.

Alla base del presunto omicidio, vi sarebbe proprio la loro tresca. Per i due Carlo rappresentava un ostacolo, un ostacolo che nelle loro contorte menti ha portato alle decisione di eliminarlo.

I retroscena

La donna, secondo quanto emerso, pare abbia spesso sognato il marito scomparso e la storia si colora e assume contorni scuri, fatti di fantasie erotiche macabre e apparizioni in sogni.

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Da una delle intercettazioni è emersa una conversazione tra i due, avvenuta circa 10 giorni dopo la scomparsa di Carlo La Duca, in cui avrebbero immaginato che Luana indossasse il gilet che il marito portava il giorno del matrimonio e che Ferrara glielo strappasse di dosso. Una fantasia che è evidente frutto di due menti insane.

“Ci saranno miscrospie, spegni il cellulare e accendi la radio”

I due amanti, per bypassare le intercettazioni, avevano attivato altre due utenze per parlare: due sim di cui nessuno era al corrente.

Alzavano il volume della radio per coprire eventuali intercettazioni ambientali: “Anche su da casa tu avrai microspie ovunque, quindi quando magari ci sentiamo accendi lo stereo, accendi quello che cazzo vuoi e ti vai a infilare nel buco più…”, le diceva Ferrara.

E poi: “Spegni prima di partire da casa”, “spegni i telefoni e accendi la radio”.

Ma non solo, anche Cammaleri aveva trovato uno scaltro espediente: “Perché se no a loro non gli arriva niente, per questo una persona gli disse a mio padre: ‘Quando si parla al telefono si accende lo stereo e si aumenta lo stereo’ così loro hanno problemi di linea”.

“Sognavo mio marito, mi vuole far sentire in colpa”

E’ il 5 giugno 2019 e Luana racconta all’amante di aver sognato il marito scomparso.

“Ma tu come hai risposto?”, chiedeva alla donna e lei ribatteva: “No, no, no, no, io non gli… perché poi lui, guardandomi sempre negli occhi… Qua fuori nel cementato mi diceva: ‘Tu me lo devi fare capire dove sono stato’ e io gli dicevo: (ndr, Cammaleri parla sempre in un italiano assai stentato) ‘Ma se sei fosti (ndr, in siciliano “fusti”, passato remoto ma anche passato prossimo del verbo essere, “sei stato”) tu a fare la tua decisione, come faccio io a sapere dove fossi e come ci sei andato a finire?'”.

Poi lei prosegue: “La decisione che ha fatto lui, lo sa, perché quando lui ha fatto questa domanda me la faceva, sai con quel sorrisino che lui aveva quando ti parlava e ti prendeva per il culo? Mi guardava, mi rideva“.

I deliri di Ferrara e Cammaleri

Ferrara sosteneva poi: “Te lo ripeto di nuovo perché evidentemente tu non l’hai capito: non è lui che fa le domande… altri vogliono sapere”.

Insomma, per i due indagati La Duca appariva in sogno a Luana per farla sentire in colpa, e perchè “altri” (chi?) volevano sapere “la verità”.

Dice Luana: “Invece di venire a romperti i coglioni perché la persona cattiva, quella che era, in questo momento è per i cazzi suoi, decisione sua e tutto, ora lui mi viene in senso, sempre nel cervello, nei sogni… Era un angelo lui e secondo lui mi vuole fare sentire in colpa di tutto quello che c’è stato… Che la tinta (ndr, tinta= cattiva, persona che compie brutte azioni) sono io ed il buono era lui”.

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