Suicida in carcere: muore a 25 anni

By Redazione

Pochi giorni fa era stata Donatella Hodo a mettere fine alla sua vita nella sua cella, inalando il gas del fornello. Ora, un altro sconvolgente suicidio scuote le coscienza dell’Italia, stavolta a Vallette di Torino.

Di lui non si conosce il nome, ciò che è noto è solo l’età e il motivo per cui era in carcere: una serie di piccoli furti nei supermercati.

“Si è suicidato, nel letto coprendosi con un lenzuolo e infilando la propria testa in un sacchetto di nailon”, si legge in una nota dell’Osapp.

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Dall’inizio dell’anno quasi 52 morti

Sono quasi 52 i morti dall’inizio dell’anno nelle carceri e il numero è aumentato in maniera esorbitante rispetto allo scorso anno: nel 2021 infatti erano stati 52 in totale, quest’anno siamo appena a poco più di metà anno e abbiamo già raggiunto il numeri di suicidi totali dell’anno scorso.

Oltre ai suicidi, centinaia sono i tentativi di suicidio, sventati grazie all’intervento dei poliziotti penitenziari: “Se si considera che delle centinaia di suicidi tentati dai detenuti, grazie all’intervento dei poliziotti penitenziari solo poco più del 5% giunge a compimento”, dice Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp.

Sempre nello stesso carcere, a fine giugno, alcuni poliziotti erano riusciti a salvare un altro detenuto che aveva cercato di togliersi la vita. Per Beneduci, si tratta di un grave problema nelle carceri, per la precisone, si tratta di un “grave dissesto del sistema e del fallimento dell’attuale politica penitenziaria”.

Linee guida per prevenire i suicidi

Dopo la morte di Donatella Hodo, il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha diramato delle linee guida per prevenire i suicidi. E’ palese che il nesso tra problema strutturale delle carceri e suicidi abbia un rapporto di causa effetto innegabile: l’associazione Antigone ha infatti ricordato che dietro le sbarre i suicidi sono 16 volte superiori a quelli che avvengono di norma fuori dai penitenziari.

Se nel 2021, fuori dai carceri il tasso di suicidi è stato di 0,067 ogni 1000 abitanti, in cella è 1 detenuto ogni 1000 a togliersi la vita: “Ovviamente ogni caso di suicidio ha una storia a sé, fatta di personali sofferenze e fragilità, ma quando i numeri iniziano a diventare così alti non si può non guardarli con un’ottica di insieme. Come un indicatore di malessere di un sistema che necessita profondi cambiamenti”, ha puntualizzato Antigone.

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