Vincenzo Coviello – Emergono nuovi dettagli sul caso di accessi irregolari ai conti correnti di oltre seimila clienti di Intesa Sanpaolo, tra cui quelli di Giorgia Meloni e sua sorella Arianna. La premier ha ironizzato sui social con la frase: “Dacci oggi il dossieraggio quotidiano”, ma la politica solleva preoccupazioni, poiché episodi simili stanno diventando sempre più frequenti e molti potrebbero ancora rimanere nell’ombra.
Il nome dell’autore di questi accessi è Vincenzo Coviello, un bancario di 52 anni di Bitonto, in provincia di Bari. Viene scoperto, licenziato e indagato (ancora in corso) dalla Procura di Bari. Coviello si è difeso dichiarando di aver agito da solo, senza mandanti né regia esterna, sostenendo di non aver mai scaricato i documenti consultati. Tuttavia, resta ancora poco chiaro il motivo che lo ha spinto a compiere questi accessi abusivi.
L’ipotesi di reato è grave: tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato. Le indagini, sempre più approfondite, hanno rivelato che oltre a politici e militari, tra i conti spiati ci sono anche quelli di magistrati, prelati del Vaticano e figure pubbliche di spicco. Tra i nomi più rilevanti figurano tre ex premier (D’Alema, Renzi e Letta), personaggi noti come Antonio Decaro, i figli di Silvio Berlusconi, John e Lapo Elkann, nonché celebrità come Francesco Totti, Paola Egonu, Paolo Bonolis e Al Bano.
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Altre informazioni su Vincenzo Coviello e il dossieraggio politico
La polizia giudiziaria ha perquisito l’abitazione di Vincenzo Coviello, ex dipendente di Intesa Sanpaolo, sequestrando smartphone, tablet, hard disk e altri dispositivi informatici. L’uomo era già stato coinvolto in un’indagine interna presso lo stesso istituto, quando il direttore di filiale ha segnalato accessi irregolari ai conti di un imprenditore.
I colleghi hanno descritto Coviello come una persona curiosa, talvolta imprudente e irresponsabile, attribuendo a questi tratti la possibile spiegazione del grave reato ipotizzato. Tra le qualità personali menzionate, emergono anche aspetti negativi come pettegolezzo, introversione, egocentrismo e un’eccessiva mania del controllo. Al contempo, altri lo ricordano come un lavoratore puntuale e impeccabile.
Da agosto, i vicini di casa lo vedono uscire al mattino e rientrare nel tardo pomeriggio, lavorando presso uno studio di commercialista. Ha svolto attività anche nella sede di Agribusiness a Bisceglie. I vicini lo descrivono come un gran lavoratore e stacanovista. Al momento, Vincenzo Coviello è irreperibile sul cellulare e ha cancellato i suoi profili social.
Per i politici domande legittime, ecco quali sono le preoccupazioni che emergono dalla vicenda
Dopo lo scandalo che ha coinvolto Vincenzo Coviello, emergono diverse preoccupazioni dal mondo politico. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha espresso le prime preoccupazioni, chiedendo: “Quanti dossier sono stati costruiti in questi anni? E soprattutto, con quale finalità?”. Anche la premier Giorgia Meloni ha ironizzato su X, parlando di “dossieraggio quotidiano”.
Il termine “dossieraggio” fa riferimento alla raccolta illecita di dati personali al fine di ricatto, ma attualmente non ci sono prove di una tale attività legata ai conti spiati. Tuttavia, l’idea che un bancario come Coviello abbia avuto accesso a migliaia di conti correnti, senza controlli adeguati, solleva dubbi sulla sicurezza dei sistemi bancari.
Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ha evidenziato la necessità di migliorare i sistemi di allerta per i correntisti, suggerendo notifiche immediate per ogni accesso ai conti. I magistrati stanno ancora indagando per capire se dietro questi atti ci siano solo motivazioni personali o se ci sia una regia esterna. Al momento, le perquisizioni nella casa di Coviello sono in corso, e gli investigatori stanno analizzando i dispositivi sequestrati per chiarire la vicenda.
In conclusione
L’impiegato di Intesa Sanpaolo, Vincenzo Coviello, è accusato di aver compiuto 6.637 accessi abusivi a dati finanziari di 3.572 clienti in 679 filiali della banca, incluso il conto della premier Giorgia Meloni. Le indagini indicano che Coviello potrebbe aver agito «in concorso» con altri, presumibilmente mandanti di tali accessi, al fine di procurare informazioni riservate di interesse per la sicurezza dello Stato. Le accuse contro di lui includono accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie riservate, avendo abusato delle sue mansioni e violato le misure di sicurezza informatica dell’istituto. Il suo comportamento ha sollevato allerta e indagini, avviate dopo la querela di un professionista di Bitonto.