Elezioni regionali nel Lazio 2023: a meno di 15 giorni dal voto, si serrano le fila.
Tra la sinistra che tenta il campo largo, barattando Conte con Calenda, e la destra che cerca di fare l’en plein.
Tre contendenti per tre schieramenti: Francesco Rocca, centro destra; Alessio D’Amato, centro sinistra; Donatella Bianchi, 5 Stelle e Polo Progressista. Poi ci sono anche Rosa Rinaldi (Unione popolare), Sonia Pecorilli (Partito Comunista Italiano), Fabrizio Pignalberi (Quarto Polo-Insieme per il Lazio). Ma qui ci occuperemo della sfida che coinvolge i gli schieramenti dove la contesa è decisamente più aspra e le cui ricadute possono provocare un effetto domino sul panorama politico dell’intero Paese.
Il pomo della discordia ufficiale, tra i tre contendenti, è il termovalorizzatore di Roma. Peccato che la questione non possa essere minimamente influenzata dagli esiti e dal destino della Regione Lazio perché affidata, come ormai sanno anche le pietre, al Commissario: ovvero al sindaco della Capitale, il Dem Roberto Gualtieri.
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Rocca, D’Amato e Bianchi: i 3 candidati in corsa per le elezioni regionali in Lazio 2023.
In realtà, la battaglia si svolge tutta su questioni strategiche: le liste d’attesa della sanità pubblica, oggi bibliche, i medici che mancano negli ospedali, il lavoro da trovare ad ogni costo per giovani e donne, il sostegno alle imprese. Ed è una battaglia durissima perché, da un lato, c’è un ciclo amministrativo di lunga durata con l’impronta del centrosinistra. Dall’altro, quella della coalizione al governo del Paese, c’è la riconquista della posizione di vertice, dopo le dimissioni di Renata Polverini del 2012, ultimo scranno presidenziale ricoperto dal centro-destra.
Destra, parola d’ordine: vincere bene. No, di più.
E poiché Giorgia Meloni è romana e, da leader del partito di FdI, ha indicato il proprio candidato, vincere è essenziale. Ma, in queste elezioni regionali in Lazio 2023, vincere di misura lo è addirittura di più e, con le incrostazioni che appesantiscono la macchina del destra-centro, non è cosa facile. Comunque le conseguenze si farebbero sentire, e pesantemente, fin dentro Palazzo Chigi.
Dopo il fallimento con Michetti, tocca a Francesco Rocca confermare il successo del destra-centro.
Proibito bissare l’esperienza del Campidoglio appena passata. Ma proibito, anche, arrivare al traguardo da vincenti sentendo, però, il fiato sul collo degli avversari. Perché Meloni aveva, sfortunatamente, imposto Michetti, così come oggi ha imposto Francesco Rocca, un autorevole passato nella Croce Rossa. E lo ha fatto a scapito dell’autocandidatura di Fabio Rampelli, uomo di punta di Fratelli d’Italia e molto ben visto anche da Forza Italia, ma anche tentando di tacitare il mal di pancia della Lega che puntava su un uomo senza tessere di partito.
Certo, Rocca può contare su un’immagine rassicurante ben lontana da quella dei cosiddetti “colonnelli”. Quanto alla Lega, tenta comunque di non farsi lasciare troppo indietro, investendo le proprie energie sulla candidatura di Claudio Durigon, pesantemente colpito dalle amministrative di Latina. Insieme a lui, in lista, anche l’ex leader regionale di CasaPound, Mauro Antonini, forse in virtù delle passate frequentazioni con Mauro Borghezio.
Elezioni regionali in Lazio 2023: Dem e 5 Stelle divisi.
Ma se Atene piange, non per questo Sparta ride.
Alle prese con il congresso interno per la nuova leadership ed una continua resa dei conti, nel Partito Democratico si gioca la strategia prossima del centro-sinistra. Ed è una strategia difficile da comprendere: separati con i 5 Stelle con cui hanno appena concluso il mandato del governo della regione Lazio per allearsi con Calenda che, in Lombardia, corre a sostegno di Moratti. Obiettivamente, la logica del ragionamento sfugge ai più.
Alessio D’Amato: da assessore ad aspirante governatore.
Il Pd governa il Lazio da 10 anni tondi tondi, subentrando con Nicola Zingaretti proprio a Polverini che, da Presidente di centro-destra, si dimise facendo saltare il banco.
E in Zingaretti, per parecchio tempo, i Dem trovarono anche il loro segretario nazionale. E’, forse, sembrato naturale, in un’ottica di continuità, puntare quindi su Alessio D’Amato che, di Zingaretti, è stato l’assessore alla Sanità, in pieno periodo Covid. conquistandosi, trasversalmente, meriti e plausi.
Elezioni regionali in Lazio 2023: i Dem preferiscono Calenda. Ma anche no.
Quindi? Perché i 5 Stelle hanno deciso di correre da soli? Perché la figura di D’Amato piace molto anche a Calenda che, invece, i pentastellati proprio non li digerisce. E quindi ha fatto valere la sua golden share (i numeri di Calenda alle amministrative romane sono stati tutt’altro che trascurabili), imponendo al PD di scegliere tra Azione e il partito dei 5 Stelle.
Tutto questo mentre, invece, i Dem e Conte sono alleati in Lombardia. Insomma, tutto un lanciarsi guanti di sfida e ripicche conseguenti.
Ticket D’Amato – Bianchi: ma prima bisogna vincere.
Fatto sta che i 5 Stelle, per le elezioni regionali in Lazio 2023, hanno puntato su Donatella Bianchi, giornalista Rai di chiaro spirito ambientalista. E la conduttrice di Linea Blu pare piacere parecchio anche a molti nomi storici della sinistra romana, che hanno deciso di confluire nel cosiddetto Polo Progressista.
D’Amato, dal canto suo, ha tentato la mediazione in extremis con il partito di Conte, ventilando un possibile ticket in regione. Peccato, però che, con una legge elettorale senza ballottaggio, il Dem debba prima vincere. E, contendendosi il medesimo elettorato con Donatella Bianchi, la cosa si fa più complicata.
5 Stelle: voti dal PD e tra i delusi.
Del resto pare che Giuseppe Conte abbia proprio pensato al Lazio per “contarsi” e per verificare quanto consenso sia in grado di strappare al PD in termini di elettori: ma anche quanti “delusi” possa riuscire a riconquistare. Insomma, entrambi i candidati andrebbero a pesca di voti nel medesimo stagno: “Vinceremo anche stavolta – ha annunciato D’Amato – e sono profondamente convinto che la differenza la farà la lista Civica con gli incerti, con chi ha disaffezione verso le forze politiche tradizionali”. “Dobbiamo guardare a chi non va a votare – ha chiosato, dal canto suo, Donatella Bianchi – a chi si astiene, ai delusi, agli arrabbiati” .
Va da sé che, da qui al 12 febbraio sarà lotta senza quartiere, anche perché la legge elettorale impone tattiche e strategie ben precise. E, con questo scenario è evidente che non sarà possibile leggere un risultato delle elezioni regionali in Lazio 2023 senza correlarlo all’esito di quelle in Lombardia.