Arriva il congedo mestruale, due giorni al mese di assenza giustificata da scuola o dal lavoro pagati al 100%

By Ana Maria Perez

La giornata odierna è ricca di “colpi di scena”. Probabilmente, quando pochi mesi fa la rappresentante del Partito Democratico Debora Serracchiani ha espresso i suoi timori per la gestione delle pari opportunità da parte del nuovo governo, non si sarebbe aspettata quello che è accaduto oggi. L’Alleanza Verdi-Sinistra ha presentato una proposta di Legge. Il provvedimento garantisce alle studentesse e alle lavoratrici con problemi mestruali due giorni di congedo al mese “senza conseguenze”. La proposta arriva qualche giorno dopo che la Spagna ha approvato una misura simile, diventando il primo Paese in Europa a riconoscere questo diritto. Altri Paesi come Corea del Sud, Taiwan, Cina e Giappone applicano già questa regola da tempo. I tre punti principali del disegno di Legge sono:

Cosa cambia per le studentesse

A partire della scuola secondaria di primo grado, le studentesse che hanno un ciclo mestruale particolarmente doloroso potranno rimanere a casa due giorni al mese, al massimo. Sempreché “i dolori non consentano loro di frequentare le lezioni in presenza”. L’assenza non sarà valida ai fini del calcolo dell’obbligo di frequenza. Sarà necessario, per potere usufruire di questa agevolazione, presentare all’inizio dell’anno un certificato medico che confermi che la ragazza è affetta da dismenorrea. Inoltre, le assenze dovranno essere giustificate dai genitori, nel caso delle minorenni, o dalla ragazza stessa.

Cosa cambia per le donne lavoratrici

Il secondo punto riguarda le lavoratrici dipendenti. Rientrano le lavoratrici “con contratti di lavoro subordinato o parasubordinato, a tempo pieno o parziale, a tempo indeterminato o determinato” o anche “a progetto“. Anche in questo caso le lavoratrici dovrebbero presentare all’inizio dell’anno un certificato medico che attesti il loro disturbo. I due giorni di riposo al mese sarebbero pagati al 100% e non sarebbero considerati come malattia.

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Pillole anticoncezionali gratis

Il terzo punto prevede la distribuzione in maniera gratuita delle pillole anticoncezionali nelle farmacie su presentazione della ricetta medica. Gli obiettivi di questa scelta sarebbero due. Il primo sarebbe di carattere medico. Le pillole contracettive sarebbero utilizzate per regolare il ciclo, diminuire i disturbi e lenire i sintomi della sindrome premestruale. Nel secondo caso, l’utilizzo regolare del farmaco anticoncezionale garantirebbe alla donna maggior sicurezza al momento di affrontare le diverse fasi della sessualità. Inoltre, favorirebbe la procreazione consapevole ed eviterebbe l’interruzione della gravidanza quando non è stata preventivata né desiderata.

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