Libertà di stampa e guerra in Ucraina: la situazione dei giornalisti Rai Simone Traini e Stefania Battistini

By Iole Di Cristofalo

Il lavoro dei giornalisti nelle zone di guerra è sempre pericoloso, non solo per l’imprevedibilità del conflitto, ma anche per le possibili restrizioni imposte alla libertà di informazione. Oltre ai rischi legati al divieto di cronaca, i reporter possono essere accusati di violare confini territoriali, come sta accadendo ai due giornalisti della Rai, Simone Traini e Stefania Battistini. Da settimane, Mosca li tiene nel mirino, chiedendone l’estradizione per il presunto attraversamento illegale dei confini della regione di Kursk.

Giornalisti inseriti nell’elenco di criminali, tutto parte da metà agosto

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A metà settembre erano già in circolo le notizie sull’inserimento di alcuni giornalisti stranieri nella lista dei ricercati criminali. L’offensiva a Kursk erano ancora fresca, e Stefania Battistini era stata la prima giornalista a documentare l’azione ucraina nella regione russa. Per queste riprese con il suo operatore diventa parte di un gruppo di reporter accusati di aver attraversato illegalmente il confine tra Ucraina e Russia, seguendo le truppe di Kiev. Gli altri giornalisti internazionali accusati sono Nick Walsh, Nicholas Simon Connolly, e Natalya Nagornaya, corrispondente per una tv ucraina, insieme alle sue connazionali Diana Butsko e Olesya Borovik.

In risposta, la Farnesina convocò l’ambasciatore russo in Italia per protestare contro questa misura, rivelando che il procedimento era in realtà aperto da tempo. Già il 17 agosto, il Servizio Federale per la Sicurezza della Federazione Russa (FSB) aveva avviato un procedimento penale non solo contro Battistini, ma anche contro l’operatore Rai Simone Traini. Entrambi avevano realizzato riprese video a Sudzha, nella regione di Kursk, all’inizio di agosto, durante un’incursione delle forze ucraine. Nelle settimane successive, la situazione è andata peggiorando, fino a culminare nella recente richiesta ufficiale di estradizione.

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La richiesta di estradizione per Stefania Battistini e Simone Traini

Kursk, ultime notizie conflitto
Kursk, ultime notizie conflitto

Stefania Battistini e Simone Traini al momento non sono su territorio russo ma la loro situazione si è aggravata. Come riportano diverse agenzie, la Russia ha emesso mandato di arresto. La richiesta di estradizione è stata formalizzata dal tribunale della regione di Kursk, che ha accolto la mozione del servizio di frontiera russa.

L’Usigrai ha reagito con fermezza, definendo la richiesta di estradizione e l’ordine di arresto una “provocazione inaccettabile” e chiedendo al governo italiano di prendere una posizione forte contro quella che viene vista come un’intimidazione nei confronti dei giornalisti italiani. L’organizzazione ha sottolineato l’importanza di proteggere la libertà di informazione e ha espresso solidarietà ai colle

Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani è intervenuto, definendo l’arresto una forma di persecuzione contro la libertà di stampa. Ha ribadito l’impegno del governo italiano a difendere i diritti dei giornalisti, sottolineando che l’Italia sosterrà sempre l’indipendenza dell’informazione

Che cosa è successo tra il 14 e il 17 agosto collegato alla richiesta di arresto?

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Siamo sempre nel mese di agosto 2024, giorno 14 quando va in onda il servizio dalla città di Sudzha. La Russia aveva aperto un’inchiesta contro i due giornalisti Rai perché, seguendo le truppe ucraine, avevano mostrato veicoli colpiti e intervistato i residenti locali. Questo servizio, che metteva in evidenza le difficoltà dell’esercito russo di fronte all’offensiva ucraina, ha scatenato la reazione furiosa del Cremlino.

Il 16 agosto, la Russia convoca l’ambasciatrice italiana, Cecilia Piccioni, in segno di protesta. In risposta, la Rai ha deciso di richiamare Battistini e Traini in Italia per motivi di sicurezza. La decisione ha suscitato critiche da parte dell’opposizione politica italiana, che ha accusato il governo di mantenere un silenzio “scandaloso” sull’accaduto. Nel frattempo, l’esercito ucraino ha continuato la sua controffensiva nella regione di Kursk, penetrando nel territorio russo, un’azione che ha ulteriormente complicato la già tesa situazione geopolitica tra i due Paesi.