La trasparenza sul Web, 19 colossi sotto la lente dell’UE

By Ana Maria Perez

Trasparenza sul web, cosa significa?

Il principio della trasparenza delle informazioni è sancito dall’Unione Europea e poi recepito in ogni Paese Membro con i propri atti legislativi. E’ uno dei principi fondamentali dell’UE, che impone di divulgare informazioni sull’elaborazione delle politiche e la spesa prevista e di rispettare il principio della libertà di informazione. Questi principi sono sanciti dai trattati europei. L’articolo 10 del trattato sull’Unione europea stabilisce che il processo decisionale deve essere trasparente e “il più vicino possibile ai cittadini“. Secondo l’articolo 11 sia i cittadini che le associazioni rappresentative devono avere la possibilità di “far conoscere e di scambiare pubblicamente le loro opinioni in tutti i settori di azione dell’Unione”.

Banche dati europee consultabili

EUR-Lex

EUR-Lex è un punto di accesso al diritto dell’UE. Consente di cercare trattati, atti giuridici, accordi internazionali, procedure legislative, sintesi della legislazione e la giurisprudenza dell’UE.

Iscriviti gratuitamente sul canale Telegram, cliccando qui

oppure su Whatsapp, cliccando qui per non perdere tutte le novità

Registro per la trasparenza

Consente di cercare le organizzazioni o di registrare la propria. Il registro contiene informazioni sugli interessi perseguiti, da parte di chi e con quali dotazioni di bilancio a livello dell’UE. È gestito sia dal Parlamento europeo che dalla Commissione europea.

DORIE

La banca dati DORIE consente di ricercare documenti sulle questioni istituzionali europee dal 1946 ad oggi. Contiene gli strumenti giuridici adottati dalle istituzioni dell’UE, i verbali delle riunioni delle istituzioni e degli organi europei, comunicati stampa, articoli di giornale, discorsi dei leader europei e note interne della Commissione.

Il Garante della Privacy e le informazioni nella P.A. italiana

Nella Pubblica Amministrazione le persone che hanno un incarico di responsabilità retribuito con denaro pubblico devono essere tracciati e quindi, le informazioni relative ai loro guadagni e al loro patrimonio devono essere rese pubbliche. Quando abbiamo controllato la pagina web del Garante per la Protezione dei Dati Personali per capire come sono tutelati i dati abbiamo trovato il sottocapitolo Trasparenza online della P.A. e privacy – Le domande più frequenti vuoto. O nessuno pone domande o il Garante non vuole che si sappia come funziona.

Stretta su 19 colossi su app e siti web

Alla stregua di quanto accennato, con l’obiettivo di raggiungere un livello di “trasparenza” accettabile, la Commissione Europea ha messo sotto torchio i colossi digitali con lo scopo di porre un pò di ordine. Entro i prossimi mesi tutte le aziende digital che avranno almeno 45 milioni di utenti dovranno seguire alcune regole importanti..

Digital Services Act Digital Markets Act

Entro il 25 di agosto p.v. 19 colossi digitali dovranno mettersi in regola. Hanno circa 4 mesi di tempo per regolarizzare la loro posizione. Nell’elenco si trovano le principali piattaforme maggiormente utilizzate nel web, a partire dai social network, ma non solo. Incriminati si trovano FacebookTwitterTik TokInstagramLinkedInPinterest e Snapchat, YouTube e l’enciclopedia online Wikipedia. Pure i motori di ricerca dovranno rispettare le regole: i più noti sono Bing e Google. Non solo le piattaforme informative si vedono sottoposte a questo regime di trasparenza ma anche gli e-store. Ad esempio, Apple, Amazon, AliExpress, Booking e Zalando, tra gli altri. L’elenco è provvisorio, perchè l’Europa sta valutando se inserire anche altre società.

image 208
Google
image 209
image 210

Per approfondire:

Digital Services Act si rimanda al sito ufficiale dell’Unione europea. Qui invece il punto sul Digital Markets Act.

La notizia arriva dopo che in Italia sono scoppiate le polemiche per la decisione del Garante di chiedere a ChatGPT di adeguarsi alle norme sulla privacy (che ha comportato la chiusura della piattaforma di AI), e dopo le grandi tensioni tra Meta e la SIAE. Per Elon Musk e il suo Twitter è l’ennesima tegola. Proprio qualche giorno fa, Musk aveva tolto la spunta blu sui profili più seguiti, togliendo agli utenti la certezza di trovarsi su un profili certificato. Si sa che il mondo del web è (quasi) infinito, ma proprio per questo, per evitare che l’infinito sia pure sregolato ci vuole il rispetto di alcuni principi cardine.

Per approfondire:

L’Antitrust contro Meta, torni la musica sui social, 8 giorni per rispondere

L’Intelligenza Artificiale che fa 450 bottiglie di birra, ci proporrà anche un giorno la pizza?

Intelligenza artificiale: i 50 mestieri a rischio e le trappole segrete del web!

Intelligenza artificiale: Bild e Die Welt pronto a usarla

OpenAI CEO: l’intelligenza artificiale come supporto medico per chi non può permettersi l’assistenza sanitaria

Più trasparenza sul web

L’annuncio del cambio di rotta è stato fatto dal Commissario per il Mercato interno Thierry Breton . Alle aziende si richiede di rispettare gli obblighi previsti dal Digital Services Act e dal Digital Markets Act, normative europee sui servizi digitali e sui mercati digitali che mira a creare uno spazio virtuale più sicuro “in cui i diritti fondamentali degli utenti sono protetti” e in cui si vengano a “creare condizioni di parità per le imprese”.

In concreto, le aziende devono rispettare gli obblighi di trasparenza e affidabilità, devono responsabilizzare gli utenti e proteggere i più deboli (bambini). Gli ultimi devono essere tutelati e non lasciati in balia del cyberbullismo, delle incitazioni al suicidio o all’anoressia. L’Unione Europea chiede infatti di introdurre nuovi ed efficaci sistemi di segnalazione dei contenuti illegali affinché possano essere rimossi se non rispettano le regole. Inoltre, Breton segnala l’esigenza di rispettare la Privacy. E’ vietata la profilazione degli utenti a fini di marketing se a questo proposito devono essere utilizzati dati sensibili come etnia, orientamento di genere, preferenze sessuali o opinioni politiche.

image 211

Cyberbullismo

Sanzioni se non saranno rispettate le regole

Le aziende inadempienti riceveranno multe che potrebbero arrivare fino al 6% del loro fatturato annuo. In caso di recidiva, i soggetti ritenuti colpevoli di non rispettare le regole imposte non potranno operare sul territorio dell’Unione Europea.

Lascia un commento