Rovigo, la donna in fin di vita era riversa in cucina
Qualche giorno fa vi raccontavamo del drammatico episodio che si è verificato a Fratta Polesine, dove un bambino di 5 anni è affogato nel fiume Adigetto. Oggi vi raccontiamo un’altro tragico evento accaduto a soltanto 50 km di distanza dal luogo dell’incidente. I fatti sono accaduti ad Ariano Polesine in Via Fani, una strada lontano dal centro abitato, in un casolare piuttosto isolato. Una donna di 32 anni è stata trovata dai suoi due figli in fin di vita, con il corpo riverso a terra in cucina e la testa piena di sangue. E’ una donna di 32 anni di origini marocchine, le stesse che aveva il piccolo di 5 anni che ha perso la vita la scorsa settimana
La scoperta del corpo riverso a terra e l’allarme
La scoperta è avvenuta nel tardo pomeriggio di martedì 28 di marzo, e le operazioni di soccorso medico si sono protratte fino a tarda ora. I figli della marocchina, di 11 e 8 anni, hanno trovato la mamma a terra, immobile, e si sono spaventati. Al momento il padre si trovava fuori casa, impegnato in un’altra località. Pertanto, il bambino più grande è corso a cercare aiuto dai vicini di casa, perché “la mamma stava morendo“. Vista la gravità della situazione, un vicino ha avvisato immediatamente il 118. I soccorritori del Co. Suem 118 Rovigo sono accorsi subito con un’ambulanza perfettamente equipaggiata per l’emergenza. I sanitari hanno stabilizzato la donna e l’hanno accompagnata d’urgenza in ospedale .
La Tac e il proiettile in testa
Giunta in ospedale, la 32enne è stata sottoposta ai vari accertamenti. Inizialmente, i medici valutavano l’ipotesi che la donna fosse caduta mentre si trovava in cucina, sbattendo fortemente la testa. Solo quando sono arrivati i risultati della Tac, l’ipotesi è del tutto cambiata, perché la donna presentava una ferita che poteva essere stata provocata da un colpo di pistola. Infatti, nel cranio era visibile un oggetto strano compatibile con una pallottola. A quel punto, i medici hanno chiamato i carabinieri del Ris, poiché i contorni dell’incidente facevano ipotizzare un tentato omicidio. Il marito, avvisato dai vicini di casa che nel frattempo si sono presi cura dei bambini, è accorso subito al capezzale della moglie, che versa in condizioni gravissime.
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Le indagini
La dinamica dei fatti e la ricostruzione dell’accaduto è al vaglio degli inquirenti. Vicino al corpo della donna non è stata trovata nessuna pistola né si conosce alcun movente che possa giustificare il delitto. Per adesso non ci sono indiziati iscritti al registro degli indagati. Intanto, la polizia Scientifica ha lavorato fino a notte fonda per effettuare i rilievi. Per evitare l’inquinamento della scena, i militari hanno transennato il tratto di strada che conduce al casolare. Sul posto è anche intervenuto il pm che cordina le indagini, il sostituto procuratore Maria Giulia Rizzo
Altri fatti di sangue nello stesso luogo
Polesine si era già resa nota per altri fatti di sangue in estate del 2022. Un uomo di 71 anni, di nome Shefki Kurti, albanese e residente a Badia Polesine, era scomparso nel mese di luglio. Dopo qualche giorno di ricerche, il suo corpo è stato restituito dal fiume Adigetto. L’uomo era stato tagliato a pezzi e poi gettato nel fiume. Era un reato davvero efferato. I Carabinieri di Rovigo, coordinati dal Maggiore Giovanni Truglio e dal colonnello Marco Pasarelli in poche settimane sono riusciti a risalire all’omicida. Per la morte del 71enne è stata arrestata sua moglie, la 68enne Nadire Kurti che ora si trova in carcere a Verona in attesa del processo per omicidio volontario aggravato.