Continuano a far parlare le carceri e le condizioni dei detenuti, che ogni giorno subiscono angherie e violenze di ogni genere, vivendo in condizioni che sono ben al di sotto la soglia della dignità.
Michele (nome di fantasia) è recluso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove si vivono drammi come quello della mancanza d’acqua ma non solo: anche drammi fatti di molestie e violenze.
Gli abusi sessuali
Michele è stato abusato sessualmente, il suo presunto aggressore sarebbe un altro detenuto, impegnato in attività lavorative di manutenzione nei vari reparti.
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Dopo aver denunciato i fatti, è stato bollato come “infame” e lasciato solo anche dagli altri detenuti.
“Non sarebbe stato sottoposto al protocollo clinico previsto per le vittime di abusi sessuali – ha spiegato a Il Riformista la Garante per i diritti dei detenuti della provincia di Caserta, Emanuela Belcuore – Non avrebbe fatto un tampone anale, un test nè per l’Hiv, nè per l’epatite, non avrebbe fatto una visita urologica, non sarebbero stati fatti accertamenti volti a individuare possibili tracce di sperma rilasciate dall’aggressore e non sarebbe stato neanche trasferito al pronto soccorso“.
“Michele andrebbe trasferito, eppure la prima richiesta è stata inspiegabilmente rigettata – ha detto la Belcuore -. Dovrebbe andare in un’altra struttura che gli consenta di stare vicino alla famiglia“.
Storie dell’orrore: il dramma dei carceri
La storia di Michele non è l’unica. Sono tanti i drammi simili vissuti dalle persone dietro le sbarre. Michele, in cella per reati di droga, è in attesa di giudizio, come tanti altri. Altri che spesso, quel giudizio non lo vedranno mai perché si toglieranno la vita prima di arrivarci. Michele ci ha già provato, a togliersi la vita.
Un dato di fatto sono i suicidi: 54 dall’inizio dell’anno. Di cui 6 solo in Campania.
E’ un dato record rispetto allo scorso anno, quando 54 era stato il numero totale fino a dicembre: praticamente i numeri sono quasi raddoppiati.