Lo stato di salute dei nostri ospedali
Per la prima volta l‘Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) ha valutato la performance dei nostri ospedali e ha reso noto i risultati dei più performanti e dei peggiori. L’attività rientra tra quelle di analisi e monitoraggio sanitario previsto dalla legge di bilancio del 2019:”L’Agenas (art. 1, comma 513) realizza (…) un sistema di analisi e monitoraggio delle performance delle aziende sanitarie che segnali, in via preventiva (…) eventuali e significativi scostamenti relativamente alle componenti economico-gestionale, organizzativa, finanziaria e contabile, clinico-assistenziale, di efficacia clinica e dei processi diagnostico-terapeutici, della qualità, della sicurezza e dell’esito delle cure, nonché dell’equità e della trasparenza dei processi“
Bisogna tenere conto, tuttavia, che i dati analizzati risalgono al 2021, quando era ancora presente una componente molto elevata di pazienti affetti da Covid-19, con regole inconsuete, il che potrebbe avere reso i dati “provvisori”.
Per valutare gli ospedali italiani sono stati usati diversi parametri, come le cure al pronto soccorso entro un arco temporale di 8 ore, i tempi di attesa indicati per legge, i ricoveri, il rapporto medici e infermieri rapportato al numero di posti letto, gli esami diagnostici con apparecchiature non obsolete e i conti a posto di ogni struttura ospedaliera. Il risultato è che nel 2021 ci sono nove eccellenze italiane, tutte situate al Centro Nord, mentre 32 strutture sono di livello medio e dodici devono decisamente migliorare.
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I requisiti per considerare se un’azienda ospedaliera funziona bene o no
1) Il Pronto soccorso funziona bene perché i pazienti ricevono entro 8 ore l’assistenza necessaria;
2) i tempi di attesa si aggiustano a quanto indicato dalla legge (alcuni interventi urgenti vnno effettuati entro 30 giorni; altri, entro 180)
3) tassi non elevati di ricoveri inappropriati: si tratta del ricovero di pazienti nei reparti corretti per la loro patologia (uno di pneumologia non va in un reparto chirurgico);
4) conti in ordine;
5) numero adeguato di medici e infermieri per posto letto;
6) macchinari e apparecchiature non obsolete (meno di 10 anni)
Gli ospedali con maggiore punteggio
Il report è stato presentato a Roma ieri, 24 maggio 2023. Secondo il punteggio assegnato a ogni struttura delle 53 che sono state valutate 12 hanno un livello di performance basso, 32 medio e solo 9 alto. Di esse, 6 sono aziende ospedaliere universitarie, di cui 5 hanno più di 700 posti letto.
Gli ospedali al top sono: universitario Senese (Siena); Careggi (Firenze); Pisana (Pisa); Padova; Integrata Verona e Policlinico Sant’Orsola (Bologna); anche gli ospedali S. Croce e Carle (Cuneo), Riuniti Marche Nord e Ordine Mauriziano (Torino).
I dati distribuiti per ospedale sono disponibili a questo link
Ospedale Universitario Senese
Gli ospedali con il ranking più basso
Si tratta di 12 ospedali, tra cui si trovano 4 aziende ospedaliere universitarie e 8 aziende ospedaliere. Di esse, 6 hanno meno di 700 posti letto.
La conclusione è che le strutture più piccole sono le meno performanti. Ora dovranno essere valutate le ragioni del basso punteggio per tentare di risolvere i problemi alla base.
Gli ospedali con le performance più basse sono: Cosenza, San Pio (Benevento), Sant’Anna e San Sebastiano (Caserta), Riuniti Villa Sofia Cervello (Palermo) Ospedali Civico Di Cristina Benfratelli (Palermo), Cannizzaro (Catania), San Giovanni Addolorata (Roma), San Camillo Forlanini (Roma); e gli universitari: Luigi Vanvitelli (Napoli), San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona (Salerno), Mater Domini (Catanzaro) e Policlinico Umberto I (Roma).
I migliori e i peggiori ospedali secondo i tempi di attesa
Il grafico di seguito (fonte Agenas) indica gli ospedali con mminori e maggiori tempi di attesa per un’intervento di tumore.
Gli ospedali con i macchinari più e meno moderni
Nell’immagine vengono riportati gli ospedali che sono dotati delle apparecchiature più moderne e quelli che usano ancora attrezzatura obsoleta.