Il riciclo delle batterie e la produzione green, rivoluzione entro il 2025

By Ana Maria Perez

Il riciclo delle batterie e la produzione green ed ecosostenibile

Dalla redazione di Ultimedalweb ci piace parlarvi di ecosostenibilità, di riciclo e di recupero. Tentiamo di assere aggiornati e di aggiornarvi sui dati che vengono pubblicati dai principali istituti nazionali e internazionali (European Recycling Platform o ERP, Eurostat, infobuildenergia) in materia di energia rinnovabile e di nuove attività produttive di energia alternativa e siamo felici se possiamo fornirvi qualche notizia innovativa. Anche oggi ci occuperemo di questo. Vi parleremo del riciclo delle batterie e del loro utilizzo e riutilizzo.

Sempre di più riceviamo moniti sui danni provocati dal cambiamento climatico e dall’utilizzo di prodotti che danneggiano l’ambiente. Per questo i Paesi hanno introdotto nuovi regolamenti per consentire la circolazione delle vetture senza rischi di inquinamento e per la produzione di energia alternativa e la sostituzione di alcuni materiali potenzialmente tossici. Di fatto, in molte strutture ricettive non si trovano più le bottigliette d’acqua, nei supermercati la borsa della spesa è ecosostenibile; nelle scuole si studia educazione civica e gli effetti dell’inquinamento sul Pianeta.

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Le pile che usiamo e il consumo sbagliato

Secondo uno studio della Duracell, la società produttrice più importante di pile al mondo, almeno il 40% delle pile che utilizziamo vengono gettate prima che siano state completamente consumate, nonostante il 60% del loro contenuto potrebbe essere riciclato. Significa che non vengono testate su apparecchi a basso consumo prima di essere cestinate e che non sono smaltite negli appositi contenitori di riciclo.

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In concreto, secondo lo Studio, nelle case degli italiani ci sarebbero in media 6,5 apparecchi che si caricano a batterie. Il più comune è il telecomando, seguito dall’orologio a muro e dalla sveglia; in coda, le fotocamere digitali e i mouse. Ebbene, se si considera che le batterie sarebbero buttate quando contengono circa il 40% della propria carica, stiamo parlando di un notevole spreco annuo.

Considerato che mediamente in Italia si generano quasi 450 milioni di rifiuti di pile all’anno, l’energia residua nel totale delle pile intercettate equivale a circa 1.800.000 kWh. Non è da poco conto; sicuramente tale energia potrebbe mantenere in funzione migliaia di automobili e alimentare un nutrito numero di abitazioni.

La distribuzione dei centri di raccolta delle batterie per regioni

Secondo il Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori solo il 25% delle pile vendute si ricicla. Certo è che i centri di raccolta delle pile non sono distribuiti equamente su tutto il territorio italiano, dato che se la Lombardia è la regione con un numero maggiore di centri di raccolta, ancora una volta il Sud presenta enormi carenze, soprattutto in alcune zone popolate.

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Si possono consultare tutti i centri di raccolta sulla pagina creata appositamente per la campagna #SCENDINCAMPOANCHETU
CON CLAUDIO MARCHISIO E DANIELLE MADAM , promossa dal Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori 

Il riciclo delle batterie, quali prodotti si ottengono con il materiale di recupero?

Quando i materiali che compongono le pile buttate in discarica vengono separati, ognuno può servire per la creazione, da solo o insieme ad altri materiali di prodotti utili in diversi settori. Ad esempio, il manganese e il nichel si utilizzano per produrre pentole, mentre lo zinco serve per l’argenteria e il rame per i cavi elettrici.

Ad esempio, il colosso americano Apple ha comunicato recentemente che entro il 2025 utilizzerà in tutti gli apparecchi soltanto cobalto riciclato al 100% all’interno delle batterie progettate per i suoi dispositivi. Il cobalto è uno dei materiali chiavi per la transizione energetica, insieme al litio e al nichel.

Sempre l’azienda americana ha annunciato che nel 2022 un quarto del cobalto presente nei prodotti Apple proveniva da materiale riciclato, rispetto al 13% dell’anno precedente, ed è destinato a crescere in maniera esponenziale nei prossimi due anni, fino a raggiungere il 100% nel 2025.

Non guasta nemmeno avere un aiuto dalla robotica, settore interessantissimo anche per noi di Ultimedalweb. Ad esempio, Apple conta sull’aiuto di un robot, che si chiama Daisy, che serve a smontare gli iPhone. In questo video potete vedere come funziona. Ce ne sono due: uno è negli USA (Texas), mentre l’altro si trova in Europa, nella moderna Olanda (periferia di Breda). L’apparecchio consente di recuperare sia cobalto sia litio e potrebbe consentire al colosso americano di raggiungere l’ambizioso traguardo di una produzione “carbon neutral”, impatto zero, entro il 2030.

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