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Aflatossine nelle mandorle: non mangiatele! (Marchi e lotti)

Il richiamo dei prodotti è datato 9 febbraio ma il ministero della Salute lo ha pubblicato sul proprio sito soltanto oggi: a causa della presenza riscontrata di aflatossine nelle mandorle sgusciate prodotte dall’azienda I&D, sono stati richiamati diversi lotti commercializzati con marchi differenti.

Il primo richiamo  interessa i lotti di produzione  272/22 e 290/22 confezionati in bustine da 40 grammi di  mandorle sgusciate a marchio Dattilo.

Il secondo richiamo è relativo alle mandorle commercializzate con il marchio Movida Catering ed interessa i lotti di produzione 270/22; 294/22; 273/22: le mandorle sgusciate in questione sono confezionate in secchielli da 700 grammi.

Sempre relativo al marchio Movida Catering anche il terzo richiamo, che interessa i lotti di produzione 277/22; 291/22; le mandorle sgusciate oggetto del ritiro sono confezionate in secchielli da i kg.

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Infine, il quarto ed ultimo richiamo destinato alle vaschette compostabili  da 200 e 400 grammi di mandorle sgusciate I&D Srl, vendute senza marchio, con i lotti di produzione 279/22, 280/22 e 295/22.

Tutte le mandorle sgusciate di cui è stato disposto il ritiro, sono state lavorate e confezionate nello stabilimento della I&D Srl – Almendras Lopez di Frattamaggiore (NA), in via Montegrappa 37.

aflatossine nelle mandorle
Rischio chimico per aflatossine nelle mandorle: I marchi e le confezioni ritirate.

Per tutti i lotti oggetto di richiamo si ipotizza un rischio chimico da aflatossine e, pertanto, il prodotto non va assolutamente consumato. Il suggerimento è di restituirlo, ove possibile, al punto vendita dove lo si sia acquistato.

Aflatossine nelle mandorle, ma anche nel mais e nel riso.

Le aflatossine sono tossine prodotte da muffe o specie fungine appartenenti alla classe degli Ascomiceti (genere Aspergillus, Fusarium). Sono altamente tossiche e sono ritenute essere tra le sostanze più cancerogene esistenti, con effetti infausti già nel medio periodo soprattutto ai danni del fegato.

Tendono ad aggredire cereali (riso e mais), frutta a guscio, arachidi, fichi e altra frutta secca, spezie, oli vegetali grezzi e anche semi di cacao.

Si possono sviluppare durante la coltivazione, il raccolto o persino l’immagazzinamento e sono favorite da alte temperature ed elevati livelli di umidità. Per questo è piuttosto facile riscontrarne la presenza nelle mandorle californiane, importate in Europa in quantità piuttosto significative.

Le mandorle californiane sono le più contaminate. Quelle di Avola sono aflatossine free.

Secondo i parametri del regolamento UE 165/2010, sono stati modificati i valori massimi di aflatossine consentite negli alimenti, fissati in 8-10 ug/kg.

Ma se le aflatossine sono presenti in modo massiccio nelle mandorle californiane, non fanno minimamente comparsa nelle mandorle di Avola, coltivate nel territorio siracusano che, contrariamente alle sorelle d’oltreoceano, presenta un livello di aflatossine pari a zero.

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E proprio la mancanza di aflatossine nelle mandorle di Avola, sta spingendo i produttori a richiedere il riconoscimento IGP, ma questo non impedirà di continuare ad importare le mandorle californiane che, di aflatossine, invece, sono cariche.

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